Valentina Salamone non si suicidò, fu uccisa: la verità sulla morte della 19enne siciliana
Aveva 19 anni Valentina Salamone quando, in una sera di luglio del 2010 fu trovata morta, impiccata alla trave di una tettoia. I genitori furono avvisati dopo molte ore e trovarono la loro piccola barbaramente avvolta in un sacco dell'immondizia. Non si sono mai arresi all'ipotesi del suicidio e ora, dopo tre anni di lotta e di indagini della magistratura siciliana, forse si inizia ad intravedere la verità sulla sorte della giovanissima ragazza di Biancavilla (Catania). C'è stato un arresto, quello di un uomo, Nicola Mancuso, ritenuto autore del femminicidio poiché legato sentimentalmente con la ragazza molto più giovane di lui. Faticosissimo il percorso per arrivare ad una verità: dopo la richiesta del pm al gip di archiviare come suicidio l'inchiesta era stata avocata dall'avvocatura generale dello Stato e dalla procura generale. Alla fine del 2012 il gip Francesca Cercone aveva disposto nuove indagini.
Motivo: il pg aveva chiesto indagini suppletive considerato che "alla luce delle nuove acquisizioni può affermarsi che Valentina Salamone fu uccisa e chi pose in tale in essere tale delitto ebbe a simulare con notevole abilità il suicidio". E così era stato: Nicola Mancuso, l'uomo arrestato oggi per l'omicidio, era sposato e aveva una relazione con la vittima. Proprio da questo tormentato rapporto sarebbe scaturito il delitto. Ora si cercano i possibili complici dell'uomo che non può – secondo gli inquirenti – aver inscenato tutto da solo, senza coperture. Il padre della ragazza, Antonino Salamone, ora commenta: "Valentina non me la potrà più restituire alcuna giustizia terrena: ma venire a capo della verità sarà quantomeno un atto d'amore nei confronti di mia figlia. Era assolutamente impossibile che mia figlia si fosse suicidata: ogni genitore conosce i propri figli e Valentina non avrebbe mai potuto compiere quel gesto".