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Valentina, morta dopo aborto a Catania: medico non risulta obiettore. 12 indagati

La ricostruzione dei familiari di Valentina Milluzzo, la 32enne morta dopo l’aborto di due gemelli, al momento non troverebbe alcun riscontro in un atto ufficiale e documentale qual è la cartella clinica. L’avvocato di famiglia ha parlato di ritardi dovuti alla presenza di un medico obiettore di coscienza. Indagati 12 medici: “Atto dovuto”.
A cura di Susanna Picone
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Il medico dell'ospedale Cannizzaro di Catania che nei giorni scorsi ha assistito Valentina Milluzzo, la 32enne incinta di due gemelli morta poche ore dopo aver perso i suoi bambini, non si sarebbe dichiarato obiettore di coscienza. È quanto sarebbe emerso dai primi esami sulla cartella clinica della donna, deceduta il 16 ottobre dopo 17 giorni di ricovero in ospedale. Si tratta di un dato ritenuto importante dalla procura di Catania che sta indagando sulla vicenda. Per i magistrati, quindi, la ricostruzione dell’avvocato dei familiari della vittima “al momento non trova alcun riscontro” in un atto ufficiale e documentale come la cartella clinica. In ogni caso, sarebbe stato poi necessario stabilire un rapporto di causa ed effetto tra la morte dei due gemellini che la donna portava in grembo e quella della stessa trentaduenne con la presunta, e non accertata, dichiarazione di obiettore di coscienza del medico intervenuto. L’avvocato Salvatore Catania Milluzzo, che assiste la famiglia della vittima, nella denuncia ha scritto che quando la donna il 15 ottobre entra in crisi “dai controlli emerge che uno dei feti respira male e che bisognerebbe intervenire, ma il medico di turno si sarebbe rifiutato perché obiettore: ‘fino a che e' vivo io non intervengo', avrebbe detto loro”. La stessa cosa avrebbe ripetuto sul secondo feto.

Dg ospedale Catania: nessuna obiezione di coscienza – Sulla tragica vicenda è intervenuto anche il direttore generale dell'ospedale Cannizzaro, Angelo Pellicanò, secondo cui “non c’è stata alcuna obiezione di coscienza da parte del medico che è intervenuto nel caso in questione perché non c'era un'interruzione volontaria di gravidanza, ma obbligatoria chiaramente dettata dalla gravità della situazione”. “Io escludo – ha aggiunto – che un medico possa aver detto quello che sostengono i familiari della povera ragazza morta, che non voleva operare perché obiettore di coscienza. Se così fosse, ma io lo escludo, sarebbe gravissimo, ripeto perché il caso era grave. Purtroppo – ha detto ancora il direttore generale dell'ospedale Cannizzaro – nel caso di Valentina è intervenuta uno choc settico e in 12 ore la situazione è precipitata”.

In ospedale arrivano gli ispettori del ministero – Per far luce sulla vicenda il ministero della Salute ha disposto un'ispezione all'ospedale Cannizzaro di Catania. Della commissione, che arriverà in ospedale tra oggi pomeriggio e domani mattina, fanno parte due componenti del ministero, un carabiniere del Nas, due tecnici dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) e due rappresentanti nominati dalla Regione Sicilia.

“Tutti i medici obiettori, ma non ha rilievo” –  Questa mattina in merito alla vicenda di Valentina Milluzzo il direttore generale Angelo Pellicanò e il direttore di Ginecologia e Ostetricia Paolo Scollo hanno indetto una conferenza stampa nel salone della Direzione Generale dell'ospedale Cannizzaro. “I dodici medici in servizio nel nostro reparto di ginecologia e ostetricia sono tutti obiettori di coscienza, ma questo non ha alcuna rilevanza né col caso né col servizio reso a chi vuole fare ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza”, ha detto il professor Scollo. “Nella nostra struttura – ha aggiunto – c’è sistema che permette di intervenire per l'interruzione volontaria di gravidanza, che è programmabile. E non ci sono liste di attesa. Ma quando c’è bisogno di un intervento urgente per un caso come quella della paziente si interviene e basta. Non c'entra niente essere obiettori o meno, in quel caso siamo soltanto medici e dobbiamo intervenire per salvare vite”. “Allo stato di quello che conosciamo noi, sono state rispettate le procedure. È stato un caso di sepsi con crisi emorragica. È l'unico sospetto che abbiamo”, ha detto Pellicanò.

Indagati 12 medici – Nel pomeriggio la Procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati 12 medici del reparto di ostetricia e ginecologia dell'ospedale Cannizzaro di Catania. Il reato ipotizzato è omicidio colposo plurimo. L'iniziativa, si sottolinea dalla Procura, è un atto dovuto dopo la denuncia dei familiari della donna per eseguire l'autopsia come atto irripetibile. Gli indagati sono tutti i medici in servizio nel reparto ad eccezione del primario, Paolo Scollo, e dell'assistente Emilio Lomeo, che erano assenti.

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