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Val di Susa: oltre 400 i feriti tra manifestanti No TAV e Forze di Polizia

Gi scontri di ieri in Val di Susa hanno provocato centinaia di feriti. Condanne da tutto il mondo politico e dal Presidente della Repubblica. Beppe Grillo specifica: eroi sono i pacifici valsusini, i black boc vanno arrestati.
A cura di Antonio Palma
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Scontri in Val di Susa

Le montagne della Val di Susa, ieri, si sono trasformate in un aperto campo di battaglia tra manifestanti anti TAV e forze dell’ordine, con veri e propri assalti, fortini di difesa, imboscate e contrattacchi. Il Bilancio finale e di circa 400 feriti tra cui 188 agenti, e circa 200 manifestanti, alcuni con ferite abbastanza serie che hanno richiesto un ricovero ospedaliero, cinque le persone arrestate.

La mattinata di ieri era iniziata in modo tranquillo con due cortei formati da migliaia di persone provenienti da diverse parti d’Italia, riunite per protestare contro la ferrovia ad alta velocità che collegherà Torino a Lione, in testa ai cortei anche bambini con palloncini colorati. I manifestanti, circa cinquantamila per gli organizzatori, solo seimila per la Questura, avevano come obiettivo l’assedio del cantiere aperto lunedì scorso dopo il loro sgombero forzato.

All’arrivo nei pressi del cantiere, però, sono iniziati i primi tafferugli: mentre il grosso del corteo premeva sulle recinzioni, alcuni gruppi si sono staccati e hanno tentato un blitz scendendo dal bosco ai lati dell’area presidiata dalle forze dell’ordine, intanto il corteo principale ha tentato di rioccupare la baita No-TAV abbandonata lunedì, divenuta momentaneamente area di primo soccorso per i feriti. Gli scontri si sono susseguiti per diverse ore, con lancio di pietre e bombe carta da parte dei manifestanti, e con l’uso di lacrimogeni e idranti da parte delle forze di Polizia.

scontri NO-TAV2

Dopo un po’ la grossa parte dei contestatori pacifici si è ritirata verso il paese di Chiomonte, mentre a valle sono continuati gli scontri tra Polizia e frange più estremiste. Secondo la Questura tra questi vi erano numerosi esponenti di gruppi oltranzisti e dei black bloc, professionisti dello scontro violento, provenienti anche dall’estero e che avevano “un’impostazione paramilitare”. La calma è tornata sono in serata, ma certo la battaglia non è finita ma si prevedono altri scontri nei prossimi giorni.

Intanto i leader del movimento NO-TAV cantano vittoria, “abbiamo vinto perché volevamo assediare il cantiere e ci siamo riusciti" ha detto Alberto Perino avvisando che sono in previsione “altre azioni meno grosse ma continue” per ostacolare i lavori. Tra i manifestanti, però, c’è chi ha ribadito la natura pacifica della protesta come il presidente della Comunità montana, Sandro Plano, che ha chiarito "abbiamo tentato in tutti i modi di evitare gli scontri, quelli lì non hanno niente a che vedere con noi e non li controlliamo". La pensa diversamente il commissario per la Tav, Mario Virano che ha accusato il movimento di non essere affatto pacifico, ma di avere invitato appositamente gruppi violenti per usarli come testa d’ariete contro le forze dell’ordine.

Condanne ieri sono arrivate da quasi tutte le forze politiche cosi come anche dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito quella in Val di Susa una "violenza eversiva" invitando tutte le forze politiche e democratiche a “vigilare e a intervenire con la massima fermezza”. Allarmi sono arrivati anche dal sindacato di Polizia che ha ricordato che una buona parte delle “responsabilità sono da attribuire a quei politicanti che continuano a gettare benzina sul fuoco” riferendosi a Beppe Grillo che ieri, durante il corteo, aveva incitato i manifestanti dichiarando "state facendo una rivoluzione straordinaria, siete tutti eroi". Lo stesso Grillo dopo gli scontri, però, dal suo blog si è scagliato contro la disinformazione dei media, precisando che lui ha chiamato eroi i valsusini che manifestavano pacificamente, e che è il primo a “condannare e a voler sapere chi sono i black bloc annunciati dai media da giorni”.

Dopo lo stop di ieri, oggi i lavori al cantiere dovrebbero riprendere sempre sotto la stretta sorveglianza di Polizia e Carabinieri, mentre per i prossimi giorni azioni certe saranno effettuate dai NO-TAV per tentare di fermarli.

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