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Val di Susa, a sorpresa iniziano i lavori. Gravissimo un leader dei no Tav che cade da un traliccio

Luca Abbà, storico leader dei No Tav, si era arrampicato per protestare contro gli espropri dei terreni. È rimasto folgorato ed è caduto: le sue condizioni sono gravissime. I lavori di allargamento del cantiere di Chiomonte sono stati anticipati ad oggi sorprendendo i No Tav.
A cura di Susanna Picone
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Luca Abbà, storico leader dei No Tav, si era arrampicato per protestare contro gli espropri dei terreni. È rimasto folgorato ed è caduto: le sue condizioni sono gravissime. I lavori sono stati anticipati ad oggi sorprendendo i No Tav.

Avevano promesso “resistenza” gli esponenti dei No Tav contro i lavori e così è stato stamane quando, con un giorno d’anticipo, è iniziato all’alba l’allargamento del cantiere della Tav a Chiomonte (Torino). Sulla base di un’ordinanza del prefetto gli operai hanno iniziato i lavori per ampliare il perimetro delle recinzioni verso i terreni dei privati. Oltre alle proteste dei manifestanti, in corso già da qualche giorno, la mattinata è stata segnata soprattutto da un gravissimo incidente ai danni di uno di loro: il 37enne Luca Abbà, uno degli esponenti più noti del movimento No Tav e proprietario di uno dei terreni destinati all’esproprio, è salito – come stabilito nei giorni scorsi dall’intero gruppo dei manifestanti –  per protesta su un traliccio della luce e lì ha toccato i fili della corrente restando folgorato e precipitando da un’altezza di 10-15 metri.

Le condizioni del leader Luca Abbà sono gravissime – Subito è stato detto che le sue condizione erano gravissime, a soccorrerlo sono stati gli agenti che l’hanno trasportato in ospedale. Abbà avrebbe un polmone perforato, diverse fratture e ustioni sul corpo. Dopo l’incidente avvenuto ad Abbà un altro ragazzo è salito sul traliccio per continuare la protesta dei No-Tav. I manifestanti si sono riuniti poi in assemblea e alla riunione ha partecipato anche il presidente della Comunità montana Val di Susa e Val Sangone, Sandro Plano, che ha scritto un telegramma al prefetto di Torino chiedendo di “sospendere le operazioni di allargamento del cantiere per non aumentare le tensioni”. Lo stesso messaggio è arrivato anche dalla Fiom. Un centinaio di attivisti ha bloccato la statale 25 della Val di Susa nei pressi di Bussoleno dove è stato organizzato un presidio di protesta.

Per il “Legal team” dei No Tav è in corso un’emergenza democratica – I lavori per il momento stanno continuando mentre alcuni attivisti sono ancora nella baita e non vogliono uscire, anche su internet è iniziato il tam tam per portare altre persone all’interno della zona oggetto dell’allargamento. Intanto i legali del movimento No Tav hanno fatto sapere che l’occupazione dei terreni del cantiere di Chiomonte ai fini di esproprio rappresenta “una vera e propria emergenza democratica”: il team di legali parla di una violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza che “prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema violenza, che qui non vi sono”.

La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta – È duro anche il commento del leader dei No Tav Alberto Perino che ha parlato in questi termini dell’incidente avvenuto ad Abbà: “Manganelli aveva detto che doveva scapparci il morto e ci sono quasi riusciti. Un attacco preordinato, premeditato e studiato bene”. La Procura della Repubblica di Torino ha aperto un’inchiesta mentre in Val di Susa arriverà il pm Giuseppe Ferrando per le indagini sull’incidente nel quale è rimasto coinvolto il leader Abbà.

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