Usa: proteste e manifestazioni contro l’assoluzione di Zimmerman
Dopo l'assoluzione di George Zimmerman, il vigilante volontario che il 26 febbraio 2012 uccise il disarmato diciassettenne afroamericano Trayvon Martin, gli Stati Uniti rivivono l'incubo degli scontri razziali. Dopo la decisione del tribunale della Florida che ha assolto Zimerman per legittima difesa, un'ondata di indignazione ha invaso il Paese con importanti manifestazioni in numerose città, da New York a Los Angeles passando per Washington. Migliaia di persone sono scese in strada chiedendo giustizia per il giovane adolescente. L'assoluzione ovviamente ha fatto scattare la reazione soprattutto della comunità afroamericana statunitense che in massa si è riversata in strada con manifestazioni spontanee in gran parte pacifiche anche se non sono mancati piccoli tafferugli in alcune zone. A Los Angeles lancio di pietre contro alcuni agenti che hanno reagito sparando pallottole di gomma all'indirizzo dei manifestanti, fortunatamente però non si sono verificati feriti. A New York invece una folla immensa ma pacifica ha invaso Times Square nel cuore della grande Mela.
La polizia teme reazioni violente e per questo ha attivato misure di sicurezza straordinarie e invitato a non scendere in strada. Anche il Presidente Usa Barack Obama è intervenuto sul caso e sulle proteste invitando alla moderazione. "La morte di Trayvon Martin è una tragedia non solo per la sua famiglia, non solo per una comunità, ma per l'America" ha detto il presidente Usa che ha poi invitato tutti gli americani alla calma. "So che questa vicenda ha suscitato sentimenti intensi. All'indomani del verdetto, so che queste passioni potrebbero intensificarsi. Ma noi siamo uno Stato di diritto e si è espressa una giuria", ha dichiarato Obama in un comunicato poche ore dopo il verdetto del tribunale della Florida, concludendo "Chiedo a tutti gli americani di rispettare gli appelli alla riflessione e alla calma, lanciati dai genitori che hanno perso il loro giovane figlio".