USA: non sposa i gay per le sue “convinzioni religiose”. Arrestata
Si è rifiutata di rilasciare il certificato di matrimonio a numerose coppie omosessuali ma, per questa palese violazione, finirà in carcere: stiamo parlando Kim Davis, impiegata comunale del Kentucky, negli Stati Uniti, che malgrado la recente sentenza della Corte Suprema statunitense che impone a tutti gli Stati di celebrare le nozze gay, si rifiutava di rispettare la legge ostinandosi a discriminare i cittadini sulla base delle loro convinzioni sessuali.
La sua bizzarra "obiezione di coscienza" non è andata però giù a un giudice federale, che ha disposto immediatamente l'arresto dell'impiegata comunale. La donna ha tentato di giustificarsi spiegando che le sue "resistenze" erano dovute alle convinzioni religiose e all'osservanza meticolosa della fede apostolica, ma le autorità non hanno dato alcun credito alle sue giustificazioni. Decine di attivisti e tutti i maggiori network Usa stazionavano da giorni davanti agli uffici della contea di Rowan dove lavora la Davis.
Come è noto la Corte Suprema americana due mesi fa ha sancito il diritto costituzionale di sposarsi per le coppie omosessuali; da quel momenti, l'impiegata non ha più rilasciato licenze matrimoniali, appellandosi al suo diritto di non applicare la decisione dei giudici in nome della libertà religiosa: per la donna, di fede cristiana apostolica, celebrare e legalizzare i matrimoni tra persone dello stesso sesso sarebbe un gesto che "echeggerebbe per sempre – ha detto il suo avvocato – nella sua coscienza". Ai media statunitensi che gli hanno chiesto di commentare l'ordine di carcerazione, il portavoce della Casa Bianca Josh Earnest ha replicato che il giudice ha applicato in modo "appropriato" la legge. La donna è finita dietro le sbarre.
