Usa, il portavoce di Trump Spicer si dimette dopo la nomina del capo della comunicazione
Cade un'altra testa nell'amministrazione di Donald Trump. Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, lascia il suo ruolo. Secondo i media statunitensi Spicer, quarantacinque anni, se ne va perché in disaccordo con la nomina appena annunciata del finanziere di Wall Street Anthony Scaramucci come nuovo direttore della comunicazione. A quanto pare Spicer si era espresso con forza con Trump contro la nomina di Scaramucci come direttore della comunicazione, ruolo che lui stava ricoprendo “ad interim” in parallelo a quello di portavoce e cui secondo i media aspirava in via definitiva. Ma il Presidente non lo avrebbe ascoltato. Secondo le prime indiscrezioni, Spicer sarebbe molto contrariato ma garantirà la sua collaborazione per agevolare la transizione del nuovo direttore della comunicazione.
Scaramucci nuovo direttore comunicazione. Sarah Huckabee Sanders al posto di Spicer
Alla Cnn il dimissionario portavoce della Casa Bianca ha detto di aver deciso di lasciare il ruolo “per dare alla squadra un nuovo inizio” e sottolineato che il presidente “Trump ha messo bene in chiaro di volere nuove persone”. “È stato un onore e un privilegio servire Trump e questo meraviglioso Paese”, ha quindi twittato Spicer, che dopo agosto sarà sostituito da Sarah Huckabee Sanders (che attualmente ricopriva il ruolo di vice portavoce). “Lavorerò per ridurre tensioni e ansie” all'interno nella sala stampa alla Casa Bianca, ha detto intanto il nuovo direttore della comunicazione rispondendo a domande dei giornalisti e precisando tuttavia che “ci sono meno intrighi di palazzo di quanto venga riferito dai media”. Scaramucci ha inoltre aggiunto di avere molta esperienza in comunicazione e di voler fare affidamento su Sarah Huckabee Sanders e sugli altri.
I problemi dell'amministrazione Trump
Spicer non è la prima persona a “saltare” in questi sei mesi di presidenza Trump. Prima di lui sono andati via il direttore delle comunicazioni Michael Dubke, prima ancora la ministra della Giustizia Sally Yates in disaccordo sul travel ban e ancora Michael Flynn, dimessosi da consigliere nazionale per la sicurezza a causa dei suoi contatti con i russi. L’ultimo “terremoto” alla Casa Bianca esplode tra l’altro mentre cresce la pressione per il cosiddetto “Russiagate” e quando mancano ormai pochi giorni alle testimonianze al Senato del genero di Trump, Jared Kushner, e di Donald Trump Jr.