Usa, Corte Suprema dirà se il matrimonio gay è un diritto costituzionale
Le nozze gay negli Stati Uniti approderanno sui banchi della Corte suprema. La massima giurisdizione del paese sarà chiamata a esprimersi infatti sulla costituzionalità dei matrimoni tra persone dello stesso sesso. La discussione sulla questione delle nozze omosessuali sarà aperta nel mese di aprile e l’importante verdetto dei giudici è atteso entro la fine del mese di giugno. Nello specifico, il tribunale Usa ha fatto sapere che valuterà i casi relativi ai divieti in vigore in Michigan, Kentucky, Ohio e Tennessee dopo un ricorso presentato presso il più alto organo giurisdizionale statunitense contro la sentenza di una corte d'appello. In questi Stati, e anche in altri dieci, i matrimoni gay sono ancora oggi vietati. I giudici costituzionali americani, che già nel 2013 abolirono la norma chiave del Defense of Marriage Act (Doma) secondo cui il matrimonio è solo quello tra uomo e donna, dovranno dunque stabilire se le nozze tra coppie dello stesso sesso siano un diritto da proteggere costituzionalmente. Si deve decidere se la Costituzione americana dovrà legittimare i matrimoni omosessuali oppure lasciare ai singoli stati la facoltà di legalizzarli o vietarli.
La Corte Suprema nel 2013 è intervenuta sul Doma – Da quando la Corte Suprema nel 2013 è intervenuta sul Doma, negli Stati Uniti è salito a 36 (rispetto ai dodici Stati di meno di due anni fa) il numero dei paesi in cui è legale il matrimonio gay, più il District of Columbia dove si trova la capitale federale Washington. I sondaggi più recenti confermano come la maggioranza dei cittadini sostenga i matrimoni tra persone dello stesso sesso. Finora però i nove giudici della Corte Suprema si erano rifiutati di deliberare sul tema e la stessa decisione attesa entro la fine di giugno, con i nove da sempre divisi, al momento non appare assolutamente scontata.