Dopo Pierluigi Bersani (nella foto), anche Nichi Vendola sale sul tetto della facoltà di Architettura a Roma dove ricercatori e docenti continuano il loro presidio contro la Riforma Gelmini. Il leader di Sinistra e Libertà ha soprattutto sottolineato quanto sia "importante che ricercatori, studenti e precari non sbaglino nulla nella comunicazione e nei contenuti, altrimenti telegiornali e giornali faranno passare che un gruppo di facinorosi vuole assediare le istituzioni per difendere i privilegi baronali". Un auspicio ripreso anche dal segretario del PD, durissimo con la Gelmini e la sua "riforma che è un disastro omeopatico, smantella l'università pezzo a pezzo" e solidali con i manifestanti che "non sono dei pericolosi estremisti, mentre è una vergogna che si stia traccheggiando di fronte ai problemi della gente e soprattutto è vergognoso che non vi sia confronto".
Oggi intanto continuano le proteste in tutta Italia, con i manifestanti che a Firenze hanno bloccato il traffico in centro, a Napoli occupato il Rettorato, mentre resta Roma l'epicentro del dissenso degli studenti. Da poche ore è infatti in corso anche una manifestazione non autorizzata che ha raggiunto la zona intorno Montecitorio (presidiata in maniera massiccia dalle forze dell’ordine), urlando slogan all'indirizzo del Ministro Gelmini e del Governo Berlusconi. Sono stati anche lanciati alcuni fumogeni, mentre fortunatamente non si registrano tafferugli con le forze dell'ordine e la situazione sembra comunque sotto controllo, a differenza di quanto avvenuto in mattinata a Firenze, dove le diverse cariche della polizia e le tensioni con i collettivi studenteschi (che tentavano di entrare in un'aula del Polo delle scienze sociali, dove è in programma una tavola rotonda sull'immigrazione con il sottosegretario Daniela Santanché) hanno provocato il ferimento di qualche manifestante (fortunatamente nulla di grave). Resta comunque alto il livello di guardia anche perchè le proteste sono tuttora in corso e certamente l'ostinazione del Ministro nel negare ogni confronto sul tema (nonchè l'equiparazione delle rivendicazioni degli studenti alla "linea baronale") non favoriscono l'allentarsi della tensione e non contribuiscono a rasserenare gli animi.