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Università di Messina, “esami facili” grazie a corruzione e minacce

“L’organizzazione criminale – spiega la Dia – tesseva efficaci relazioni e rapporti d’affari con i docenti – come l’indagato Caratozzolo – nonché con personale amministrativo, con lo scopo di influenzare, dietro pagamento di somme di danaro, l’andamento di esami universitari”.
A cura di Davide Falcioni
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La direzione investigativa antimafia ha scovato a Messina una compravendita di titoli di laurea ed esami. Le indagini sono partite nel luglio dello scorso anno ed hanno consentito di individuare un'organizzazione criminale all'ombra della ‘ndrangheta, ai cui vertici vi era Domenico Montagnese. Appostamenti, intercettazioni telefoniche e pedinamenti hanno permesso agli inquirenti di documentare incontri e pagamenti. Il sistema di "favori" e "intercessioni" presso l'Università di Messina andava dalle raccomandazioni all'efficace e grave interferenza sulle commissioni d'esame, tanto da alterare risultati dei test di accesso alle Facoltà a numero chiuso e condizionare pesantemente alcune commissioni esaminatrici per le abilitazioni professionali, come quelle per la professione di dottore commercialista. Più nel dettaglio è emerso che Montagnese e Marcello Caratozzolo, dietro compenso economico, offrissero a vario titolo il loro interessamento per il superamento degli ostacoli ad esami ed abilitazioni.

"L'organizzazione criminale – spiega la Dia – tesseva efficaci relazioni e rapporti d'affari con i docenti – come l'indagato Caratozzolo – nonché con personale amministrativo, con lo scopo di influenzare, dietro pagamento di somme di danaro, l'andamento di esami universitari per interferire sullo svolgimento delle prove preselettive di accesso a Facoltà a numero chiuso, per far conseguire l'abilitazione alle libere professioni, senza che sia mai stata persa di vista e manifestata, con prepotente arroganza, l'origine calabrese dell'indagato Montagnese che ha imposto i propri metodi di intimidazione ed influenza per consentire alla clientela ‘protetta' richiedente il favore di cui di volta in volta aveva bisogno in cambio di denaro".

In uno dei dialoghi intercettati dalla Dia Antoni Montagnese dice a uno studente: "Se tu ti vuoi prendere gli esami senza fare un cazzo… e senza problemi, allora bisogna andare praticamente a minacciare… non c'e' niente da fare è così… è questo il sistema… quello si caca di sotto è tutto là il discorso… bisogna andare a minacciare… bisogna andare a minacciare e saperlo fare… perchè se no, sei fottuto". Ma Montagnese prosegue: "E poi c'e' il metodo Caratozzolo: Caratozzolo va… dice: ‘questo e' un amico, vediamo che possiamo fare… parapì… parapu".

"Il consistente e variegato tessuto relazionale nel quale l'organizzazione criminale ha potuto progettare i propri ambiti di operatività – dicono gli investigatori – è connotato da autorevoli nomi di docenti, che il sodalizio ha ritenuto a disposizione per attuare una vera e propria modalità di azione attraverso i seguenti metodi: ‘avvicinamento' dei docenti; corruzione anche mediante piccole regalie in grado di ‘ammorbidire' l'atteggiamento di quei docenti più esigenti ma parimenti sensibili alla ‘premura'; minaccia dei docenti, conseguendo l'effetto di una vera e propria intimidazione in grado di garantire il risultato finale del superamento dell'esame, qualora le condizioni (i rapporti con il docente interessato, ovvero la scarsa preparazione del candidato) non consentissero di procedere mediante un più cauto ‘avvicinamento' e suggerissero un'azione decisa e risolutoria".

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