Il 17 marzo del 1861 il Parlamento proclamava solennemente l’Unità d’Italia e Vittorio Emanuele II assumeva il titolo di re d’Italia. Una nuova pagina di storia veniva scritta con la riunificazione di un territorio che portava il nome Italia da almeno duemila anni. Certo, rimanevano in sospeso questioni cruciali, con la Capitale designata ancora sotto la giurisdizione pontificia, con un progetto di unificazione incompleto ed ampie zone del territorio ancora "irredente" e soprattutto con la forte sensazione di un processo "calato dall'alto" al quale mancava "quell'anelito, quello spirito e quella forza intrinseca".
Insomma, il percorso verso la "costruzione" dell'identità nazionale si preannunciava ancora lungo e faticoso, come riconoscevano gli intellettuali del tempo. La difficoltà non risiedeva tanto nel rintracciare i segni di una storia comune (anche se in verità la "tradizione cui si attinse a piene mani" era quella della storia romana e di una generica "tradizione popolare"), quanto nell'impossibilità di considerare l'esistenza di una compiuta comunità nazionale legata da "vincoli di terra e sangue" (come per il caso tedesco) e nello stesso tempo di conciliare il patriottismo con la ristrettezza degli spazi di democrazia e partecipazione popolare. Come scriveva decenni prima Diderot:
"L'amore per la patria è l'amore per le leggi e la prosperità dello Stato ed è particolarmente forte nelle democrazie. Esso conduce ad una alta moralità, all'amore per la terra dei padri: è una virtù politica per cui un individuo cede i suoi interessi, preferendo il pubblico interesse al proprio. E' un sentimento, non un risultato di conoscenza e lo condividono l'uomo più in basso come pure il capo dello Stato".
La costruzione identitaria nazionale invece ha avuto un cammino diverso e si è per così dire "nutrita" di una serie di simboli, di eventi cruciali, di luoghi sentimentali che ne hanno determinato le caratteristiche, la peculiarità. Come ben messo in evidenza dallo storico Emilio Gentile infatti è la "creazione di simboli identitari e nazionali" la vera chiave di volta per la faticosa creazione di un sentire comune:
"Gli stati nazionali hanno adottato ovunque, in forma più o meno elaborata, complessi di miti, di riti e di simboli per conferire sacralità alle istituzioni politiche, per esaltare i principi ed i valori fondamentali della comunità nazionale, per formare e coltivare l'identità collettiva dei cittadin, inculcando in essi il sentimento del dovere, della lealtà e della devozione verso lo Stato e la Nazione. […] Il nazionalismo è divenuto la più universale manifestazione di sacralizzazione della politica nel mondo contemporaneo, mescolandosi con le ideologie più diverse e con le più varie tradizioni culturali e religiose, operando come forza rivoluzionaria o conservatrice".
Ed è proprio sui simboli del nostro sentire nazionale, sui personaggi che hanno unito le coscienze, sui momenti in cui, per dirla con Gramsci, "gli istinti individuali si sono smussati, un'anima comune si è modellata, i sentimenti si sono conguagliati" che crediamo sia giusto porre l'attenzione per celebrare al meglio 150 anni di una storia comune, di un percorso ancora non concluso. Il tutto senza dimenticare i momenti bui, le profonde lacerazioni, le tensioni ed i tanti problemi vissuti dalla collettività nazionale. Una storia che è evidentemente fatta anche di prevaricazioni e brutture, ma anche dell'utilizzo strumentaledella stessa idea di Italia a coprire lacune, vuoti e distorsioni, legittimando un sistema fatto anche di disuguaglianza ed ingiustizia, come profeticamente scriveva un intellettuale come Massimo Fovel nel 1922:
"L'idea di collettività nazionale e l'idea di gerarchia in se e per se possono bastare a soddisfare l'esigenza di ogni cittadino: da un lato l'inconscio attaccamento alle idealità tradizionali e dall'altro l'aggiogamento alle più penose necessità materiali; da un lato il bisogno di una idealità in una classe che è allevata e nutrita nella cultura storica del paese e dall'altro il bisogno di un ordinamento che la sollevi dalle misere condizioni economiche e morali a cui è soggetta".
Quello che invece celebriamo è il patriottismo come senso civico, l'amor di patria come rispetto di se stessi nel rapporto con gli altri, l'identità nazionale come bussola per rintracciare i segni di un cammino comune, una storia ancora tutta da scrivere, quella di NOI, ITALIANI.
Camillo Benso, Conte di Cavour
Il primo Presidente del Consiglio del nuovo Stato unitario e figura chiave per l'unificazione del territorio italiano. "L’unificazione italiana si realizzò, sostanzialmente, tra il 1859 ed il 1861 allorquando Cavour riuscì a raccogliere attorno al Piemonte tutte le forze liberali ed indipendentiste […] in un progetto complessivo di unificazione del Paese che sapesse tener dentro una larga parte degli schieramenti politici".
Noi Italiani: Camillo Benso conte di Cavour, vita e sogni di uno dei "padri della Patria"
Antonio Gramsci
Il grande intellettuale sardo, senza dubbio fra i maggiori pensatori del Novecento è uno dei personaggi centrali del nostro viaggio. "Nel ricordare i 150 anni della nostra nazione, dunque, non possiamo non ricordare l'essenziale lezione di questo grande intellettuale le cui riflessioni ed analisi, ci parlano ancora e ci dicono molto di noi, della nostra identità, del nostro passato; e la cui vita ci regala ancora oggi la testimonianza di un intellettuale che non si piega al regime ed alla tirannia, sostenuto dalla forza dei suoi ideali e della sua dignità".
Noi Italiani: Antonio Gramsci, la nazione di contadini ed operai
Aldo Moro
La figura del Presidente Moro è per tanti aspetti emblematica, ma soprattutto rappresenta con grande efficacia lo sforzo di tanti italiani nel rendere migliore, più libero e moderno, il proprio Paese. "Il sequestro e l’omicidio di Moro sono stati, oltre che un momento di dolore, un'occasione perduta per la nostra democrazia. Le sue tragiche immagini sono simbolo di tutto quello che ha significato la morte del Presidente salentino, oltre che una testimonianza della tragica deriva ideologica…"
Noi Italiani: Aldo Moro: il sogno, la solidarietà e la disillusione
Sandro Pertini
Una delle figure più amate e rispettate della recente storia italiana è senza dubbio quella del Presidente Sandro Pertini. Partigiano, politico integerrimo e difensore delle libertà civile e del senso dello Stato, Pertini ha saputo tenere saldo il senso di coesione nazionale pur in momenti difficilissimi della storia del nostro Paese. "Noi anziani guardiamo fiduciosi ai giovani […] ad essi dobbiamo consegnare intatto il patrimonio politico e morale della Resistenza, perché lo custodiscano e non vada disperso”. L’impegno continuo di Pertini è stato appunto quello di tradurre, in un progetto politico concreto, una costellazione di valori e di ideali. In questo senso gli anni in cui egli ha svolto il ruolo di Presidente della Repubblica sono un mirabile esempio".
Noi Italiani: Sandro Pertini: la vita come testimonianza
La Resistenza
Nel viaggio attraverso i 150 anni di storia italiana, un posto centrale deve occuparlo il periodo della "Resistenza", fondamento dell'Italia repubblicana e simbolo in se del riscatto di un intero popolo. "Difendere i valori della Resistenza, difendere la Carta Costituzionale figlia di quell’esperienza, significa difendere l’unità del nostro paese e salvaguardare l’orgoglio di sentirsi italiani".
Noi Italiani: La Resistenza: la rinascita di una nazione, il riscatto di un popolo
Il '68
Una delle tappe più significative del nostro viaggio lungo 150 anni, un momento "unico" nel suo genere, che ha catalizzato tante energie, con l'entusiasmo, la determinazione e la volontà di cambiamento di milioni di giovani italiani. "Il sessantotto per la nostra giovane storia, fu un momento di incredibile condivisione, forse uno dei pochi in cui gli italiani sperimentarono davvero la propria appartenenza alla nazione, pur senza rendersene conto: studenti o operai che fossero, tutti italiani, senza alcuno spazio per il becero regionalismo, tutta l’Italia, da Nord a Sud richiedeva con forza i propri diritti".
Noi Italiani, L'Italia del '68: il cambiamento e la rivoluzione incompleta
L'Italia è Donna
"Tutti patrioti, tutti italiani. Ma le patriote, le italiane? I fratelli d’Italia che si fregiano il petto della coccarda tricolore, in realtà, alle spalle hanno altrettante sorelle d’Italia che nella storia hanno corso gli stessi rischi – se non maggiori -, sono scese, prima nei campi di battaglia e poi in piazza, per manifestare per i diritti del proprio Paese e affinchè questo Paese riconoscesse loro gli stessi diritti degli uomini". L'Unità d'Italia declinata attraverso gli occhi delle tante donne, delle tante madri, delle tante lavoratrici che hanno reso grande il nostro Paese, in un affresco eloquente:
Noi Italiani: l'Italia è donna, ecco perchè
Il 2 giugno 1946
"Il 2 giugno 1946 l’Italia e gli italiani, appena usciti dalla catastrofe della seconda guerra mondiale che tanti strascichi di dolore e miseria aveva lasciato, furono chiamati alle urne per il Referendum che avrebbe deciso il futuro assetto costituzionale del nostro paese. La scelta cadeva tra la Repubblica e la Monarchia. […] Il 2 giugno 1946 l’Italia riacquistava il proprio orgoglio e la propria dignità, quel giorno la storia lanciò forte l’appello alla pace ed alla democrazia, dopo 65 anni siamo ancora tutti chiamati a rispondere.
Luigi Pirandello
Tra i tanti uomini di cultura che meriterebbero di essere menzionati nel nostro piccolo omaggio all'Italia, ci è sembrato giusto scegliere il siciliano Luigi Pirandello. Il grande scrittore e drammaturgo la cui poetica ha influenzato gran parte della letteratura del Novecento, non soltanto italiana. Estremamente interessante anche la sua analisi "politica", in particolare espressa nel romanzo I vecchi e i Giovani, nel quale "esprime il suo disprezzo per la corruzione e la meschinità seguite alle grandi speranze e alle generose lotte risorgimentali, contrapponendo due generazioni, quella dei vecchi che non solo non ha saputo trasformare in realtà il progetto risorgimentale di rinnovamento politico, economico e morale dell’Italia ma che anzi ha lasciato ai propri figli un’Italia corrotta e disunita; quella dei giovani, senza prospettive per il futuro, bramosa di cambiamenti, ma superficiale e incapace di trovare soluzioni".
Noi Italiani: Luigi Pirandello: vecchi e giovani sullo sfondo di un'Italia immutabile
Rita Levi Montalcini
Premio Nobel per la Medicina nel 1986 e Senatore a vita dal 2001, Rita Levi Montalcini è una donna di straordinario valore ed un esempio per tutti gli italiani. La sua vita, il suo lavoro e le sue scelte sempre improntate ad un rigore etico ed una dedizione al lavoro, avendo un'altissima considerazione del ruolo della scienza e della conoscenza sono e devono essere modello per le giovani generazioni. "Quello che più colpisce dell’impegno scientifco della Montalcini è l’amore disinteressato per la ricerca e il forte impegno per la crescita morale e culturale del nostro paese"
Noi, Italiani: Rita Levi Montalcini: impegno e dedizione per un Paese migliore
Bartali e Coppi
La storia d'Italia è fatta anche di immagini, fotogrammi di un momento che diventano simboli carichi di senso e significato profondo. Ecco quindi il mito di Coppi e Bartali: "Un dualismo sano che riusciva a coinvolgere un paese che, come il proprio idolo sulle due ruote, voleva essere nuovamente competitivo. Bartali e Coppi erano il simbolo di un Italia che vinceva e che tornava a correre. E mentre si dividevano tra il sostegno al corridore toscano o piemontese, gli italiani riacquistavano la speranza".
Noi Italiani: Bartali e Coppi: gli italiani tornano a correre, insieme
Lucio Battisti
Come detto, il senso di appartenenza ad una stessa grande comunità si "nutre" di simboli, momenti e suggestioni di vario tipo. In tal senso non è possibile dimenticare una parte corposa ed influente del panorama culturale italiano, la canzone d'autore, capace di suscitare emozioni, entusiasmi e riflessioni, nonchè di "influenzare", "stupire" l'immaginario collettivo dell'intera collettività nazionale. In tal senso non possiamo non menzionare Lucio Battisti: "il cantautore di Poggio Bustone rappresenta per la canzone italiana quello che i Beatles hanno espresso nel mondo per il pop ed il rock’n’roll. Le sue canzoni sono parte del DNA di ogni nostro connazionale".
Noi Italiani: Lucio Battisti, emozioni, riflessioni e pensieri
Fabrizio De Andrè
Nel nostro viaggio fra gli eventi ed i personaggi centrali nella storia italiana, un posto particolare è occupato dai poeti, dai pensatori, da coloro i quali sono riusciti a rielaborare la realtà, a dare un contributo di incommensurabile valore alla "formazione", alla vita stessa di tantissime persone. Fra tutti, abbiamo scelto Fabrizio De Andrè, cantautore, poeta, intellettuale atipico e "profondo interprete di tutte quelle istanze sociali fino a quel momento rimaste senza una vera e propria voce […] Partendo dai caruggi di Genova, invece, De André ha saputo portare alla ribalta e far conoscere all'Italia le storie di tanti senza – voce riuscendo ad entrare così nei cuori e soprattutto nelle coscienze"
Noi Italiani: Fabrizio De André, la voce di un'Italia nascosta
Il Calcio, i mondiali
Non c'è alcun dubbio sul fatto che uno dei momenti in cui l'esistenza di "quel sentire comune, quell'anelito spirituale" verso la Patria è riscontrabile con forza ed evidenza, per paradossale che possa sembrare, è legato alle manifestazioni sportive, al calcio in particolare. In un rettangolo di gioco e sulle spalle di 11 calciatori si condensano le aspettative, le passioni e le speranze di una intera popolazione che attende con trepidazione l'esito degli incontri degli azzurri, in particolare nei confronti per "l'onore ed il prestigio" in occasione dei Mondiali. immagine emblematica e significativa di tutto ciò è "quell'urlo che fu il segnale della rinascita e della ripresa dell'Italia intesa come Nazione, prima ancora che come Nazionale calcistica, facendo capire che era possibile "vincere", uscire dal buio: una scossa positiva straordinaria".
Noi Italiani: L'Italia Mundial e quell'urlo tra storia e mito: i Campioni del 1982
Tazio Nuvolari
Un animo italiano, in tutto e per tutto quello di Tazio Nuvolari, un altro fra i nomi scolpiti nel cuore degli italiani, capace di emozionare e far sognare intere generazioni. "A più di 50 anni dalla sua scomparsa l'emozione che ancora suscita il suo nome è rimasta immutata grazie alle due qualità distinte che magicamente venivano fuse nella figura di Nuvolari: il coraggio, così come abbiamo imparato tradizionalmente a concepirlo, e la velocità quale prodotto di un'epoca impegnata in un movimento costante, pericoloso, capace di inebriare più per amore dell'avventura che per amore dell'efficienza economicamente intesa".
Noi Italiani: Tazio Nuvolari, spirito italiano a 360 chilometri orari
La Ferrari
Una storia fatta di simboli non può tralasciare i "prodotti dell'ingegno italiano, una delle massime espressioni del genio creativo e della tecnica" nel Belpaese. "Certo, questa può essere un indicatore importante di qualità[…] che è estetica e tecnologia, contemplativa e dinamica. Quella qualità, informata da un temperamento emotivo (verrebbe da dire "latino"), che trova la fondazione nella volontà del singolo – come spesso è accaduto nell'imprenditoria italiana – e che ha un carattere di immutabilità nella misura in cui si cambia rispetto ai tempi, ma tenendo fermi il carattere e i valori della fondazione. Un simbolo di quello che viene oggi definito – con linguaggio commerciale e poco nostrano – il Made in Italy"
Noi Italiani: Ferrari, il bolide rosso che attraversa l'Italia
Roberto Rossellini
Vanto della cosiddetta industria culturale italiana è senza dubbi di sorta il cinema. I registri, ma anche gli sceneggiatori, gli attori e finanche i tecnici e gli operatori italiani, hanno da sempre rappresentato punti di eccellenza della "settima arte", orgoglio nazionale e riferimento per l'intera cinematografia internazionale. Tra i tanti, abbiamo scelto di "raccontarvi" Roberto Rossellini, " la cui unicità di risiede nella sua delicatezza, nella sua generosità, nel suo desiderio di raccontare grandi storie senza mai perdere di vista il reale, l'attuale, ciò che ferisce "qui e ora".
Noi Italiani: Roberto Rossellini: ritratto dell'italiano che cambiò la storia del cinema
Alberto Sordi
Immaginare un personaggio del mondo dello spettacolo che sia riuscito a rappresentare meglio di Alberto Sordi la figura dell'italiano medio in tutte le sue sfaccettature è impresa ardua e non necessariamente possibile. Il grande attore e regista romano è riuscito in modo magistrale a diventare l'emblema stesso dell'italiano ai tempi del miracolo economico, a confronto con un mondo in rapido mutamento, in costante tensione fra immagine pubblica e "tensione interiore". "Per un terzo della storia italiana Alberto Sordi ha raccontato, con spietata sincerità, forse il peggio di ogni italiano, ha però anche lasciato intravedere le lacrime ed il cuore puro e pulsante di un popolo forse un pò immaturo ma pronto alla sofferenza e alla redenzione".
Noi Italiani: Alberto Sordi: vizi privati e pubbliche virtù dell'italiano medio
La Televisione
Che l'identità nazionale, il senso stesso di una comunanza e la "normalizzazione" del linguaggio siano anche il prodotto della diffusione su scala nazionale dei mezzi di comunicazione e della televisione in particolare è concetto accettato da gran parte degli analisti e degli storici. La televisione è senza dubbio uno dei mezzi di comunicazione più massivi in Italia e ci sembra opportuno, in occasione del 150enario dell’Unità, provare a ripercorrere le tappe fondamentali di quel processo che ha portato alla diffusione del tubo catodico prima (e del digitale poi) in tutte le case italiane.
Noi Italiani: La Televisione italiana e la nascita degli italiani
Enrico Mattei
Dalla Resistenza al miracolo economico, dalla gavetta al ruolo di primo piano nel "sistema economico – industriale italiano ed europeo", sempre con grande senso del dovere e con una significativa assunzione di responsabilità individuale: la vita di Enrico Mattei come simbolo dell'Italia che rinasce, che mette in campo le proprie migliori energie e torna protagonista sulla scena internazionale. "Sotto il controllo di Mattei la gestione della politica energetica segna un notevole passo avanti del nostro paese in direzione di un’autonomia nazionale ed anche di una competizione all’estero. La critica di Mattei al cosiddetto cartello economico delle “sette sorelle” accusate di vessare e sfruttare i paesi fornitori del Terzo Mondo…"
Noi Italiani: Enrico Mattei, la vita e le sfide di un grande italiano
Totò
A 44 anni dalla sua scomparsa il il Principe della risata, Antonio De Curtis in arte Totò, resta ancora nel cuore e nell'immaginario collettivo di tutti gli italiani. Al di là delle sue inimitabili qualità di attore comico e brillante, di interprete ed autore, quello che resta è il "personaggio – Totò", con la sua umanità, la sua simpatia innata, la sua genialità e la sua unica vitalità. "Una vita quella di Totò sempre alla ribalta sotto i riflettori segno di un grande amore da parte del pubblico italiano che a 44 anni dalla sua morte ricorda il suo Principe riguardando i suoi film e ridendo ancora come se fosse la prima volta!"
Noi Italiani: Toto', il cinema, la televisione e le sue grandi passioni
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