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Unioni civili equiparate alle nozze: congedo matrimoniale anche per coppie dello stesso sesso

Le unioni civili verranno equiparate al matrimonio nel nuovo contratto degli statali: per loro accesso anche ai 15 giorni di congedo matrimoniale. La bozza presentata dall’Aran ai sindacati prevede novità anche per le ferie, i permessi sul lavoro e le tutele in caso di alcune terapie.
A cura di Stefano Rizzuti
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Le unioni civili saranno equiparate ai matrimoni per quanto riguarda i permessi e i congedi dei dipendenti della pubblica amministrazione, compreso il permesso matrimoniale. La novità è contenuta nella prima bozza del nuovo contratto per gli statali che è stata proposta dall’Aran – l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – ai sindacati con l’obiettivo di “assicurare l’effettiva tutela dei diritti e il pieno adempimento degli obblighi derivanti dall’unione civile tra persone dello stesso sesso”, sulla base della legge approvata nel 2016. Chi contrae una unione civile, quindi, avrà diritto a 15 giorni di permesso retribuito per le nozze.

In sostanza, le unioni civili permetteranno di avere gli stessi diritti riguardanti i congedi e i rapporti di lavoro previsti in caso di matrimonio. La bozza presentata ai sindacati prevede anche altre innovazioni: una di queste è la possibilità di cedere le ferie a un altro dipendente che abbia necessità familiari o di salute. In particolare si può cedere la parte eccedente delle quattro settimane di ferie di cui ogni lavoratore deve fruire. Una cessione che deve avvenire su base volontaria e a titolo gratuito.

Le altre novità per i dipendenti statali

Le novità per i lavoratori del pubblico impiego non finiscono qui. Un’altra innovazione riguarda la possibilità di spacchettare i permessi che passano così da giornalieri a orari. Per quanto riguarda quelli per motivi familiari o personali, i permessi non saranno più di massimo tre giorni ma di massimo 18 ore in un anno che sono quindi ‘spacchettabili’ in diverse giornate. Discorso simile anche per i permessi ad hoc per visite specialistiche o esami diagnostici che diventano su base giornaliera per un massimo di 18 ore durante l’anno.

Altro capitolo inserito nella bozza è quello delle ferie: possono essere “sospese da malattie adeguatamente e debitamente documentate che si siano protratte per più di tre giorni o abbiano dato luogo a ricovero ospedaliero”. Altro elemento introdotto dalla proposta dell’Aran riguarda la revisione dell’assistenza ai famigliari con handicap prevista dalla legge 104: i permessi dovranno essere richiesti nell’ambito della programmazione mensile, anche se ci potranno essere – in casi eccezionali – richieste anche nelle 24 ore precedenti. Infine, la bozza conferma l’estensione delle tutele in caso di terapie salva-vita. In sostanza, saranno consentite assenze retribuite in caso di effetti collaterali di alcuni trattamenti come quelli della chemioterapia e della radioterapia.

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