Ripresa la discussione generale sul ddl Cirinnà. Domani sono previsti i primi voti. Dopo l'annuncio della libertà di coscienza del M5s i numeri del "sì" sono parsi più incerti, ma il Partito democratico si è detto sicuro di voler tirare dritto senza stralci. Tra emendamenti e nuove strategie, questi giorni saranno decisivi per il destino della legge.
- Unioni civili, chiusa la discussione generale 09 Febbraio
- Airola (M5S): "Che facciamo, scriviamo una Costituzione a parte per gay e trans?" 09 Febbraio
- De Petris (SEL): "Già la stepchild è una adozione minore" 09 Febbraio
Unioni civili, chiusa la discussione generale
Ore 20:45 – Si è chiusa la discussione generale al Senato della Repubblica sul disegno di legge in materia di unioni civili che porta la firma della senatrice del Partito Democratico Monica Cirinnà. Dalla giornata di domani cominceranno le prime votazioni, anche se per i voti decisivi bisognerà attendere l'esame degli articoli 3 e 5.
In attesa delle prime votazioni previste domani, oggi pomeriggio è ricominciata la discussione generale al Senato del disegno di legge sulle unioni civili. Lo scorso 2 febbraio il primo test in Aula si era rivelato positivo: respinte tutte le questioni pregiudiziali e sospensive, si era passati ai primi interventi. Quelli che hanno preceduto il ritorno del testo in Senato, comunque, sono stati giorni di polemiche. L'ultima ha riguardato la scelta – o "non scelta", che dir si voglia – del Movimento 5 stelle: Beppe Grillo dal suo blog ha annunciato che i suoi senatori avrebbero avuto libertà di coscienza sul voto sul ddl – o perlomeno sull'articolo riguardante la stepchild adoption. Anche se la maggioranza dei grillini ha fatto sapere che avrebbe votato "sì" alla legge, la questione ha sollevato un vespaio per diverse ragioni. La prima è il sostanziale dietrofront del Movimento, che si professava un irriducibile sostenitore del ddl – che, anzi, avrebbe votato solo se non eccessivamente annacquato da emendamenti; e la seconda è che questo cambio di idea ha provocato le gioie del ministro dell'Interno Angelino Alfano, che ha parlato di "partita che si riapre" sulle unioni civili. Infine, l'annuncio della libertà di coscienza ha dato qualche pensiero al governo, che faceva affidamento sui voti certi del M5s e si è visto costretto a ricontare i "malpancisti" e ricalcolare i numeri per avere la maggioranza sulla legge. Nonostante questo piccolo terremoto, però, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel corso di una riunione con i capigruppo di Camera e Senato, si è detto certo di voler proseguire con il ddl, senza prendere in considerazione l'ipotesi di uno stralcio dell'articolo sulla stepchild adoption. Ipotesi chiesta a più riprese dai centristi, tanto che Alfano aveva addirittura proposto a Renzi "un'intesa" sul testo, a patto di cancellare quella parte. Poi c'è il nodo emendamenti: dentro il Pd si discute su come sfoltirli, cosa tenere e cosa lasciare. A quanto pare è destinata a restare la proposta di modifica presentata dall'ala cattolica sull'affido rafforzato – in sostituzione della stepchild adoption – ma si continua a lavorare su proposte più mediate. Restano, al momento, anche i 5.500 emendamenti della Lega Nord, nonostante il Carroccio si fosse impegnato a ritirarne circa il 90% in cambio della cancellazione di quello "canguro" del Pd.
Sul ddl aleggia la questione voto segreto. La legge ha bisogno di 161 "sì" per passare, consensi da raccogliere sul filo del rasoio. Il Pd è convinto che dei suoi trenta senatori cattolici, almeno dieci potrebbero votare il disegno. Poi c'è la neo incognita Movimento 5 stelle, che però, stando alle dichiarazioni dei suoi esponenti, dovrebbe comunque garantire il suo sostegno. E sembra che possano arrivare in soccorso anche senatori verdiniani di Ala e qualche dissidente da Forza Italia o Area popolare. Il presidente del Senato Pietro Grasso avrà l'ultima parola sui voti segreti, che il governo spera siano limitiati ma che sono sempre più richiesti da Alfano e i suoi. Il nodo è sempre quello dell'articolo 5 sulla stepchild adoption: nonostante le rassicurazioni di Renzi, esiste la possibilità che la lagge passi senza quella parte. La strategia da mettere in atto, quindi, sarebbe quella di prendere tempo, e far slittare alla metà di febbraio il voto sui punti più critici del ddl, in modo da trovare una soluzione all'empasse.
Airola (M5S): "Che facciamo, scriviamo una Costituzione a parte per gay e trans?"
Durissimo intervento del senatore del Movimento 5 Stelle Alberto Airola, che attacca duramente il fronte del no alla Cirinnà: "Siamo un Paese in cui ci sono tantissime persone a non avere diritti o ad avere limitazioni. Che facciamo per loro, una Costituzione a parte? Ora voi negate persino a un bambino il diritto a vivere con chi li ama? Come potete fare questo a bambini che già esistono e che devono essere tutelati? Sulla questione avete fatto una disinformazione massiva, tacendo che è sempre il giudice a decidere nell'interesse ultimo del minore. Tutto ciò è disgustoso".
De Petris (SEL): "Già la stepchild è una adozione minore"
La senatrice di Sinistra Ecologia e Libertà (nel gruppo Misto) ribadisce la forte contrarietà a un annacquamento della legge Cirinnà, ricordando che anche la stepchild "è una adozione minore" e soprattutto che "anche l'articolo 5 non è un via libera alla maternità surrogata, che è e resta vietata". Poi spiega: "Non bisogna nascondersi, la discussione sul rapporto fra libertà e senso del limite è complicata e difficile, ma proprio l'articolo 5 serve a garantire una parità di trattamento, riconoscendo per legge ciò che già i giudici stanno sancendo". Infine: "Stralciare la norma sulla stepchild è intollerabile".
Gasparri (Fi): "Maternità surrogata apre all'eugenetica"
Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri ha ribadito la sua contrarietà al ddl Cirinnà perché "il diritto naturale non è medioevo, è quella parte di diritto che riprende ciò che non è modificabile. E che noi difendiamo".
"La pratica dell'utero in affito – ha aggiunto – va eliminata. Esistono sanzioni ma non ho mai visto nessun sanzionato. Rafforziamole".
Finocchiaro (Pd): "Sì a ddl, poi mozione per rendere utero in affitto reato universale"
Nel suo intervento in Aula la senatrice Pd Anna Finocchiaro ha dichiarato che voterà questo provvedimento in ogni suo articolo con convinzione", ma ha annunciato "tre proposte". La prima è una "mozione che depositero' a breve con la quale il Senato impegna il governo a una iniziativa per la messa al bando a livello internazionale della pratica dell'utero in affitto in ogni Paese del mondo in nome della dignita' della persona umana e dei diritti di ciascun bambino". In secondo luogo, Finocchiaro ha proposto una "riforma della legge sulle adozioni", per consentire "a chi abbia caratteristiche e generosità misurate sul preminente interesse del minore, di adottare senza la necessità di essere parte di una e comunque coppia sposata eterosessuale". Infine, il Senato deve essere messo in condizione di "farsi un'opinione informata e colta sul sistema di procacciamento, intermediazione e assistenza finalizzato allo sfruttamento del corpo delle donne ed alla creazione di esseri umani destinati allo scambio".
Lumia (Pd): "No al voto segreto, unioni civili e stepchild diventeranno legge"
Anche il senatore del Partito democratico Francesco Verducci ha chiesto durante il suo intervento che non si faccia ricorso al voto segreto: "Ognuno si prenda le sue responsabilità", ha detto, sostenendo che "una società che discrimina è una società debole". Niente voto segreto anche per Giuseppe Lumia, secondo cui "rischia di diventare un espendiente per coprire altre manovre e altri giochi". "Penso – ha aggiunto – che gli emendamenti che offriremo alla valutazione dell'Aula siano in condizione di migliorare il testo Cirinnà". Lumia ha dichiarato di non trovare "validi motivi per dire no alle unioni civili e alla stessa stepchild": "Le coppie dello stesso sesso chiedono di essere riconosciute come famiglia non sovvertendo l'ordine preesistente". Il senatore ha concluso dicendo che sarà scritta "una bella pagina di storia, la scriveremo insieme e unioni civili e stepchild diventeranno norme del nostro ordinamento e risorsa del nostro paese".
Buccarella (M5S): "Giusta scelta Grillo. Tre o 4 nostri senatori voteranno no a stepchild"
Cappelletti (M5s): "Faccio appello a voto palese"
Durante il suo intervento in Aula sul ddl Cirinnà Enrico Cappelletti del Movimento 5 stelle ha ricordato che "ora è il momento di votare questa riforma". Il senatore ha paventato il rischio che una parte dell'Aula "approfitterà del voto segreto per sabotare voto in Aula" e per questo ha lanciato "un appello per il voto palese per ciascun senatore", affinchè ognuno "si prenda la resposabilità davanti alla propria coscienza e al proprio paese" e non faccia "prevalere la necessità di scontentare partner di governo a scapito di un riconoscimento di diritti fondamentali". Con un post sul suo blog Beppe Grillo ha annunciato due giorni fa "libertà di coscienza" per i suoi senatori sul ddl Cirinnà, in particolar modo sul nodo della stepchild adoption.
Formigoni: "Europa ci chiede legge su convivenze omosessuali, non matrimonio"
Il senatore di Area popolare Roberto Formigoni, reduce dalle polemiche dopo il suo tweet su "crisi isteriche gravi" di "gay, lesbiche, transessuali e checche varie", ha preso la parola in Senato durante la discussione sul ddl Cirinnà. Per Formigoni le unioni civili avrebbero la stessa struttura del matrimonio: "Cambia solo il nome, la sostanza è identica". Questo, per il senatore "è inaccettabule per noi e per la maggioranza del popolo italiano che dice ‘sì' a diritti per convieventi omosessuali e ‘no' ai matrimoni day. La disciplina è identica, derivante dall'articolo 29 della Costituzione e non dall'articolo 2". Secondo Formigoni bisogna "depurare il testo del ddl da tutti quei riferimenti impropri al matrimonio", solo così si potrà fare una "buona legge che non spacca il paese ma che riconosce diritti alle persone nelle formazioni sociali", che è "quello che ci chiede l'Europa: una legge sulle convivenze omosessuali, non il rinconoscimento del matrimonio".
Calderoli: "Raccolte 73 firme per richiesta voto segreto su norma per bloccare Cirinnà"
Il senatore della Lega Roberto Calderoli ha annunciato di aver raccolto 73 firme di senatori per votare a scrutinio segreto la richiesta di non passare all'esame dgli articoli ddl Cirinnà. La richiesta è stata presentata questa mattina alla presidenza del Senato. "A questa mia richiesta, rivolta al presidente Grasso – ha dichiarato Calderoli – ho allegato una ricca documentazione, articolo per articolo, in cui si spiega come sia prevalente la materia oggetto di voto segreto, come previsto dall'articolo 113 comma 4 del regolamento, e per cui sia quindi necessario il voto segreto". Nel documento si spiega che "i temi della famiglia, della garanzia dell'unità familiare, del matrimonio, dei diritti e doveri reciproci dei coniugi e dei genitori nei confronti dei figli, la protezione dell'infanzia e della gioventù, ricorrono con evidenza in tutto l'articolato del disegno di legge in esame, le cui disposizioni formano un sistema complesso e non divisibile". Il voto sul non passaggio agli articoli sarà il primo test delle votazioni sugli emendamenti previsti in Aula domani.
Senatori sinistra: "Non assicuriamo il nostro voto se salta stepchild adoption"
Nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama, Loredana De Petris, Peppe De Cristofaro, Luciano Uras, Massimo Cervellini e Alessia Petraglia di Sel, gli ex M5s Francesco Campanella, Maria Mussini e Fabrizio Bocchino, l’ex Pd Corradino Mineo hanno annunciato che i senatori della sinistra del gruppo Misto non assicurano il loro "sì" al ddl Cirinnà nel caso saltasse la stepchild adoption.
"É necessario capire cosa cosa succederà alla legge, quale sarà il testo finale e sulla base di questo, dopo un confronto pubblico con le associazioni che chiedono di non snaturare il ddl, decideremo. Le associazioni lgbt hanno firmato un appello dove dicono ‘attenzione, senza stepchild la legge non ha più senso'. E noi vogliamo ascoltarle", ha detto Petraglia. I senatori hanno fatto sapere che non faranno richiesta di voto segreto. Per De Petris "le modifiche sull’articolo 5 e su altre parti della legge possono mettere in discussione i numeri. Spostarsi dal testo della Cirinna’ in modo significativo cambierebbe anche i numeri": nella stepchild adoption "ci muoviamo nel solco di un’operazione che elimina la discriminazioni, in particolare quelle discriminazioni che riguardano dei bambini". Per quanto riguarda l'utero in affitto, infine, "continua ad essere vietata nella legge 40. Ed è una discussione che faremo quando il parlamento si degnera’ di rimettere mano a quella legge visto che è stata completamente demolita dalla corte costituzionale. In ogni caso la questione non c’entra niente con l’articolo 5 del ddl Cirinna".
Sacconi e D'Ascola (Ap): "Unioni civili incostituzionali perché costruite sul matrimonio"
Per i senatori di Area popolare Maurizio Sacconi e Nico D'Ascola "la disciplina delle unioni civili prevista dal ddl Cirinnà è palesemente incostituzionale perché costruita sul matrimonio". In una nota congiunta i due esponenti di Ap hanno dichiarato che l'istituto previsto nel ddl "consente, tra le molte sovrapposizioni e gli insistiti rinvii al codice civile, l'adozione dell'unico cognome e l'indirizzo comune familiare, introduce l'obbligo di fedeltà e la ‘quota di legittima' oggi riservata a moglie o marito sopravvissuti, agli ascendenti e ai discendenti. Sono contenuti concepiti in funzione della procreazione e quindi della continuità della stirpe. E poi prevede una clausola generale di equivalenza tra coniugi e partners dell'unione. Ciò si vuole per farne discendere presso una qualsiasi corte italiana o europea le adozioni". Per i senatori "se approvati i primi tre articoli nei termini del ddl, c'è da chiedersi se valga la pena restare in Aula o non tornare subito alla piazza".
Airola (M5S): "Su stepchild disinformazione massiva. Nel ddl non ci sono le adozioni"
Giovanardi: "Le battute di Formigoni sui gay? Sono come quelle della Littizzetto"
Si apre la discussione in Senato sul ddl Cirinnà
Si è aperta la seduta in Senato sulla discussione generale del ddl Cirinnà. A prendere la parola il senatore Ciro Falanga di Ala che, citando i versi di un poeta greco del ‘900, ha ricordato il confino a cui erano destinati gli omosessuali durante il fascismo (chiamando in causa Gasparri e Giovanardi) e il nome – ‘bastardi' – con cui erano definiti "i bambini nati da un atto d'amore, ma fuori dal matrimonio". "Io esorto Cirinnà da un lato e Sacconi e Giovanardi dall'altro – ha dichiarato – ad abbattere i muri e dialogare. Solo così potremo ricondurre sul piano umano la questione. Al fatto umano devono darsi delle regole, ed è ciò che in quest'aula tentiamo di fare. Abbiamo l'opportunità di compiere un'operazione culturale straordinaria: buttarci alle spalle una classificazione uomo/donna/omosessuale/lesbica per anteporre a tutto e tutti la persona umana". A seguire ha parlato la senatrice dem Emilia Grazia De Biasi che ha contestato l'argomento secondo cui con le unioni civili "nessuno si sposerà più": "Noi non con questa legge non facciamo una concessione alla diversità, ma prendiamo atto che il mondo è cambiato. Attenti a dire che la famiglia si identifica con il matrimonio e la generazione dei figli".
Chiamato in causa, è intervenuto il senatore di Idea Carlo Giovanardi, che ha ripreso l'argomento dell'incostituzionalità del ddl Cirinnà per contrasto con gli articoli 29 e 72 della Costituzione. La legge è un "guazzabuglio affastellato di norme discriminatorie delle coppie eterosessuali di fatto", ha detto il senatore, ricordando che "stralciare lo stepchild adoption non risolve il problema dell'utero in affitto". Sul tema Giovanardi ha fatto un parallelismo con "il patto della schiava" e circa l'argomento della modernità ha ricordato la "quasi totalità di consenso che avevano giacobini, nazisti, comunisti" che "volevano creare l'uomo nuovo".