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Unioni civili, domani si torna in Aula ma nel Pd manca ancora un’intesa

Si è conclusa con un nulla di fatto la riunioni fiume di questo pomeriggio per cercare un accordo nel Pd sul ddl Cirinnà. Unica certezza è che domani si voterà il discusso emendamento “canguro” di Marcucci. “È in calendario e non vedo come non si potrà non votare”, ha dichiarato Zanda, che ha precisato che sulla possibilità o meno di spacchettarlo “deciderà l’Aula”.
A cura di Claudia Torrisi
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Alla vigilia del voto in Senato sul disegno di legge sulle unioni civili, il Partito democratico ha tentato il tutto per tutto per raggiungere una mediazione sui punti critici del testo del ddl Cirinnà, primo fra tutti il nodo stepchild adoption. "La seduta dell'Aula di domani è molto importante perchè influenzerà l'andamento dei lavori", ha precisato il capogruppo Pd a Palazzo Madama, Luigi Zanda, che oggi ha partecipato a una lunga riunione con il senatore Andrea Marcucci, una rappresentanza dei senatori cattodem e il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi. Dopo quasi tre ore, però, l'incontro si è sostanzialmente concluso con un nulla di fatto. "È stata una riunione molto interessante e lunga, abbiamo approfondito questioni molto delicate. Ma non è ancora stato definito un punto di sintesi, e i lavori proseguiranno tra stasera e domani mattina", ha spiegato Zanda, che ha sottolineato che il gruppo procederà "con grande prudenza, lavoriamo per trovare una posizione unitaria nel Pd e per mantenere un rapporto solido con l'Aula e con gli altri gruppi perchè è importante che ci sia la maggioranza più ampia possibile sul ddl". L'opinione del capogruppo al Senato, comunque, è "positiva": "Credo che domani andremo in Aula con ampie possibilità di superare gli ostacoli. Il lavoro che stiamo facendo ha come obiettivo la sintesi".

Tra le certezze c'è che domani al Senato si voterà il discusso emendamento "canguro" presentato da Marcucci, la maxiproposta di modifica – che contiene quasi tutti i punti del ddl – che potrebbe avere l'effetto di travolgere molti emendamenti al ddl Cirinnà. Lo scopo è far cadere quelli ostruzionistici, per garantire un passaggio più fluido della legge. Parte del Pd è contraria, preferendo il confronto su tutte le proposte di modifica, tra cui quelle dei cattodem sull'affido rafforzato. Zanda ha precisato però che "l'emendamento Marcucci è in calendario e non vedo come non si potrà non votare". Sulla possibilità di votarlo per intero o "spacchettarlo", il capogruppo ha Palazzo Madama ha rimesso completamente la decisione all'Aula.

Un ritiro dell'emendamento canguro costituiva la contropartita del "patto tra gentiluomini" con la Lega Nord per la caduta del 90% delle proposte di modifica depositate dal Carroccio. Accordo che sembra ormai saltato, anche se il capogruppo al Senato Roberto Calderoli sostiene che "nessuno ci ha detto nulla. Quindi aspettiamo, e mettiamo a fuoco le nostre mosse di questa bella partita a poker. Innanzitutto vorrei proprio vedere se l'emendamento Marcucci sarà dichiarato ammissibile dalla Presidenza che, in passato, si è pronunciata a fasi alterne: ha ammesso il ‘canguro' sull'Italicum, ma non sulla riforma costituzionale. Come si comporterà questa volta?". Secondo Calderoli, il Pd porta avanti la proposta di Marcucci perché sa che tutti gli emendamenti della Lega "sono suscettibili di voto segreto. Hanno la certezza di resistere su 10 voti segreti, su cento è tutt'altra questione. Ecco perchè ricorrono al trucco del ‘canguro', così ci impediscono il dibattito, così chiudono al Senato ogni spazio emendativo. Ma questo è anticostituzionale".

Nel frattempo continua la "guerra" dei centristi all'articolo 5 stepchild adoption. Ieri il ministro dell'Interno Angelino Alfano è tornato sulla questione: "Se fossi Matteo Renzi stralcerei la parte sulle adozioni, ma lui mi ha spiegato che non è questa la linea del Partito Democratico", ha detto durante una trasmissione televisiva, mostrandosi fiducioso sul fatto che il ddl Cirinnà possa trovare intoppi nel suo cammino. "Spero – ha aggiunto – che i cattodem abbiano coraggio per votare no alla stepchild adoption e che numerosi grillini votino ‘no', in modo tale che la stepchild salti". Dal canto suo, il senatore di Idea Gaetano Quagliariello, dopo aver presentato insieme ad altri ricorso alla Corte costituzionale, ha annunciato di essere pronto a rivolgersi anche al presidente della Repubblica per denunciare l'incostituzionalità del ddl.

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