Unioni civili, c’è accordo: stralcio stepchild e via obbligo di fedeltà. Renzi: “Storico”
Ore 21.45 – In seguito alla conferenza dei capigruppo è stato annunciato che le operazioni di voto avranno inizio domani a partire dalle 19.
Ore 20:45 – Repubblica mostra in anteprima la bozza del maxiemendamento su cui verrà posta la fiducia da parte del Governo: come anticipato da fonti parlamentari, il testo non prevede la stepchild adoption (il PD presenterà un ddl sul sistema delle adozioni, ma non si conoscono né tempistiche né contenuti), né "l'obbligo di fedeltà" (in sostanza si tratta di un "modo" per distinguere maggiormente le unioni civili dal matrimonio eterosessuale). Resta fermo l'obbligo di mantenimento in caso di separazione e si specifica che "in materia di adozioni resta la normativa vigente", dunque non si interferisce con la giurisprudenza (ci sono state sentenze che hanno in qualche modo riconosciuto la stepchild in nome del supremo interesse del minore).
Soddisfatto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che parla di fatto storico:
La senatrice Monica Cirinnà parla della scelta di mettere la fiducia:
Ore 19:00 – Fonti della maggioranza comunicano il raggiungimento di un accordo sul provvedimento. Il senatore Andrea Marcucci spiega: "L'accordo è chiuso. L'emendamento è scritto, ora aspettiamo la bollinatura da parte della Ragioneria dello Stato". Stando a quanto si apprende in questi minuti, dal testo saranno escluse la stepchild adoption (dunque intero articolo 5 sarà stralciato) e l'obbligo di fedeltà (all'articolo 3, si tratta di un meccanismo che "distinguerà" le unioni civili dai matrimoni).
Ore 18:30 – Continuano le trattative all'interno della maggioranza sul testo del maxiemendamento interamente sostitutivo del disegno di legge Cirinnà, su cui il Governo porrà la questione di fiducia. A quanto si apprende da fonti parlamentari, la componente Area Popolare continuerebbe a chiedere modifiche anche all'articolo 3 del disegno di legge, quello che disciplina diritti e doveri dei coniugi: ipotesi contestata dal Partito Democratico e scongiurata anche dallo stesso Presidente del Consiglio.
Intanto, Pierluigi Bersani rivela la sua contrarietà alla scelta di porre la fiducia sul provvedimento:
All'esterno del Senato, si è riunito un piccolo gruppo di attivisti della comunità LGBT, al quale la polizia sta impedendo di raggiungere Palazzo Madama:
Ore 13.00 – È il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ad aprire un nuovo fronte polemico, annunciando che PD e NCD stanno riscrivendo anche altre parti del ddl Cirinnà, in modo da arrivare a un maxiemendamento condiviso su cui porre questione di fiducia. Non solo lo stralcio della stepchild, dunque, ma anche "via quelle parti dell'equiparazione fra unioni civili e matrimonio che riteniamo incostituzionali".
La risposta è arrivata qualche ora dopo da Debora Serracchiani, che ha escluso ulteriori modifiche, anticipando che oggi sarà reso noto il testo del maxiemendamento interamente sostitutivo:
Sarebbe dovuta riprendere oggi la discussione al Senato sul ddl unioni civili. Il tutto, però, sembra rimandato a domani: oggi i senatori sono impegnati nel milleproroghe. I giorni precedenti al ritorno in Aula sono stati parecchio tumultuosi. Ieri c'è stata una riunione del gruppo dei senatori del Partito democratico, durante la quale Matteo Renzi ha prospettato come strada preferibile la presentazione di un maxi-emendamento al ddl unioni civili scritto con Ncd su cui porre la questione di fiducia. Il testo – che ancora non è stato presentato – dovrebbe riprendere l'impianto del Cirinnà, salvo prevedere lo stralcio del l’articolo 5, quello sulla stepchild adoption, e l’inserimento degli emendamenti del senatore del Pd Lumia all’articolo 3 per cancellare ogni riferimento che rischi di sovrapporre matrimonio e unione civile. L'assemblea ha dato sostanzialmente il tacito assenso alla proposta del presidente del Consiglio. Voci contrarie si sono levate dalla minoranza Pd, che non vuole votare "al buio", senza prima vedere il maxi emendamento. Nonostante Monica Cirinnà abbia detto di voler chiedere a Sel di votare la fiducia, il gruppo di Sinistra ecologia e libertà a Palazzo Madama ha fatto sapere che non lo farà, considerando la strategia adottata una cosa "gravissima e sbagliata". Stesso discorso anche per Forza Italia, Conservatori e Riformisti e Lega Nord. La Nunzia Catalfo, capogruppo del Movimento al Senato, ha detto che "la fiducia non si può votare".
Ieri è stato anche il giorno in cui il presidente del Senato Pietro Grasso al termine di una capigruppo informale ha comunicato la sua decisione ufficiale di non ammettere nessun emendamento "premissivo" – come lo è l'ormai celebre "super canguro" del dem Andrea Marcucci. Grasso ha fatto sapere che le proposte di modifica si sono ridotte a "meno di 500". "Se avessimo conosciuto questa decisione con maggiore anticipo, lo svolgimento della discussione sarebbe stato diverso", ha commentato il capogruppo Pd Luigi Zanda.