Unhcr contro il dl Sicurezza bis: “Penalizza i soccorsi e non risolve nulla, il governo lo riveda”
L'approvazione finale del dl Sicurezza bis, fortemente voluto dal ministro degli Interni Matteo Salvini non ha spento le polemiche. Questa volta ad attaccare il decreto è l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che ha chiesto all'Italia "di riconsiderare un decreto che penalizzerebbe i soccorsi in mare nel Mediterraneo centrale". L'Agenzia ha chiesto all'esecutivo "di rivedere il decreto e al parlamento di modificarlo, mettendo al centro la protezione dei rifugiati ed il salvataggio di vite umane".
L'organismo internazionale ha espresso preoccupazione "per l'approvazione da parte del governo italiano di un nuovo decreto contenente anche diverse disposizioni che potrebbero penalizzare i soccorsi in mare di rifugiati e migranti nel Mediterraneo centrale, compresa l'introduzione di sanzioni finanziarie per le navi delle ong ed altre navi private impegnate nel soccorso in mare. Salvare vite umane costituisce un imperativo umanitario consolidato ed è anche un obbligo derivante dal diritto internazionale. Nessuna nave o nessun comandante dovrebbe essere esposto a sanzioni per aver soccorso imbarcazioni in difficoltà e laddove esista il rischio imminente di perdita di vite umane".
"In una fase in cui gli Stati europei si sono per lo più ritirati dalle operazioni di soccorso nel Mediterraneo centrale, le navi delle ong sono più cruciali che mai – ha commentato ieri in una nota Roland Schilling, Rappresentante per il Sud Europa – Senza di loro, altre vite saranno inevitabilmente perse". L'Unhcr è inoltre "preoccupata" per il fatto che il decreto possa avere l'effetto di penalizzare i comandanti che rifiutano di far sbarcare le persone soccorse in Libia. Alla luce della situazione di sicurezza "estremamente volatile, delle numerose segnalazioni di violazioni di diritti umani e dell'uso generalizzato della detenzione nei confronti delle persone soccorse o intercettate in mare – ha sottolineato ancora l'Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati – nessuno dovrebbe essere riportato in Libia".
La portavoce dell'Unhcr Carlotta Sami è intervenuta questa mattina in radio a ‘Circo Massimo', ribadendo la posizione dell'Agenzia: "Il problema continua a esistere, le persone continuano a partire, e punendo gli umanitari, che vogliono mettere un tappo dove la politica fallisce, non si risolve nulla". Sami si è soffermata anche sulle cifre dell'immigrazione: "Quest'anno nel Mediterraneo non sono morte due persone ma 402. Siamo passati da un morto ogni 26 migranti a un morto ogni 6. Il tasso di mortalità è enormemente aumentato". E ancora: "Le persone che stanno in acque internazionali non devono essere portate in Libia, che non è un porto sicuro, si incorrerebbe in sanzioni legali. Salvandole, invece, ci sarebbero sanzioni economiche in Italia. Così è un rischio".