Una telefonata prima dell’impatto: il leader No Tav Luca Abbà a Radio Blackout (VIDEO)
Luca Abbà, il leader dei No Tav vittima questa mattina di un grave incidente, aveva parlato nei minuti immediatamente precedenti la tragedia della sua protesta contro gli espropri: l’aveva fatto dall’alto del traliccio sul quale si era arrampicato come gesto estremo e, per raccontare la sua storia, aveva telefonato a Radio Blackout. Ascoltiamo le sue stesse parole, durante l’intervista alla radio, e sentiamo il 37enne storico leader degli attivisti spiegare il suo gesto:
Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli. La situazione è tranquilla e non vedo violenze. Sono riuscito a svicolare da decine di poliziotti che mi guardavano attoniti. Gliel'ho fatta sotto il naso un'altra volta.
Abbà spiega come ha sorpreso i poliziotti riuscendo a superare il limite di sicurezza e arrampicandosi al traliccio. Si sentiva “pronto e disponibile ad appendersi ai fili della corrente” per protestare contro l’ampliamento del cantiere di Chiomonte e sentiva di minacciare “se non la smettevano”.
Una telefonata breve ma concitata, il leader a tratti non lasciava parlare il suo interlocutore pur di spiegare al meglio la situazione. Quando interrompe la comunicazione dicendo che “doveva difendersi” perché c’era qualcuno che stava salendo a prenderlo, l’intervistatore ha il tempo di dire: “Non ti fare male, ciao Luca”. Dopo un po' il terribile impatto: Luca Abbà viene a contatto con i cavi elettrici della corrente e cade immediatamente a terra da un’altezza di 10 metri, come lui stesso aveva detto.
Luca Abbà ora in coma farmacologico – Abbà è stato trasportato subito in elicottero in ospedale, ora è in coma farmacologico e le sue condizioni, come ha spiegato il direttore del Dea del Cto, Maurizio Berardino, sono gravissime. Probabilmente in serata sarà trasferito in terapia intensiva. Abbà ha riportato un trauma da precipitazione e un trauma cranico, un focolaio contusivo occipitale oltre ad altre lesioni. I danni provocati dalla scarica elettrica si conosceranno solo nelle prossime ore. Dinanzi all’ospedale di Torino si sono radunati un gruppo di No Tav e di amici del leader: alcuni di loro sono arrivati pronti a donare il sangue ma l’ospedale ha reso noto che non ce n’è bisogno.