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Una speranza per il piccolo Alex: individuata possibile compatibilità da cordone ombelicale

Secondo il direttore del Centro nazionale trapianti, l’ospedale britannico in cui il piccolo è ricoverato ha chiesto la verifica di un cordone ombelicale individuato a Bologna. Quella del cordone ombelicale sarebbe però l’opzione di riserva, un ultimo tentativo nel caso non si riesca a trovare un donatore compatibile. Per questo resta fondamentale continuare la gara di solidarietà che sta riempiendo le piazze d’Italia.
A cura di Antonio Palma
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Dopo una gara di solidarietà che ha interessato tutta Italia, forse senza precedenti per simili casi, si è accesa una speranza per il piccolo Alex, il bimbo italiano di un anno e mezzo colpito da una malattia estremamente rara che colpisce lo 0,002 % dei bambini, la linfoistiocitosi emofagocitica, e per questo bisognoso di un urgente trapianto di midollo osseo. Dal Regno Unito, dove il bimbo è attualmente ricoverato, è giunta notizia di una possibile compatibilità proprio dall'Italia . Non si tratterebbe però di una delle tantissime persone che in questi giorni hanno aderito alle campagne per la donazione di midollo osseo ma di un cordone ombelicale. A darne notizia è stato Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti. "Dal Regno Unito è arrivata nei giorni scorsi una richiesta di approfondimento per verificare la compatibilità di un cordone ombelicale" ha confermato infatti Costa al Corriere del Mezzogiorno, spiegando che si tratta di un cordone individuato a Bologna dal registro italiano.

"Quando un registro segnala una disponibilità, significa che esiste già un’alta compatibilità. In questi casi non si tratta mai di tutto o niente, si tratta di capire se le cellule del donatore sono sufficientemente compatibili con quelle del paziente che deve riceverle. Questa decisione la dovranno prendere i medici inglesi che hanno in cura il piccolo", ha spiegato il direttore del Centro trapianti. Si tratterebbe infatti  solo di un soluzione di ripiego e comunque rischiosa ma che i medici britnnici del Great Ormond Street Hospital intendono comunque valutare visto che i tempi sono molto stretti e fino ad  ora non si è riuscito a trovare un donatore compatibile dai vari registri dei diversi Paesi interessati.

Come ha spiegato la zia del piccolo Alessandro Maria, in pratica "procedere con il cordone sarebbe ben più pericoloso. Visto che Alessandro ha avuto questa infezione, secondo i medici i rischi con le cellule cordonali sarebbero ben più alti". In sostanza quella del cordone ombelicale sarebbe l’opzione di riserva, un ultimo tentativo nel caso non si riesca a trovare un donatore compatibile. Per questo resta fondamentale per il piccolo Alex e gli altri bisognosi di trapianto continuare la gara di solidarietà che sta riempiendo le piazze d’Italia.

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