Un ragazzo suicida a Roma: “A scuola e sul web deriso perché gay”
La storia che oggi appare su Repubblica e sui principali quotidiani nazionali è quella di un liceale di 15 anni che a Roma, ieri, si è tolto la vita. Dopo una mattinata a scuola ha preso una sciarpa e si è impiccato a casa sua davanti al fratellino più piccolo, suo padre l’ha trovato quando era ormai troppo tardi. E la denuncia di chi oggi parla di questa morte assurda è quella di quanti affermano che il giovane sia morto perché stanco degli insulti, stanco di essere deriso a scuola, e anche sul web, solo perché gay. Il 15enne vestiva in modo forse diverso dai suoi coetanei, anche di rosa e, senza nascondersi, metteva lo smalto. Per il portavoce di Gay Center, Fabrizio Marrazzo, il giovane può essere una vittima di omofobia, perché era discriminato per la dichiarata omosessualità: “Chiediamo che venga fatta luce sulle ragioni del suicidio”, affermano.
“Il ragazzo con i pantaloni rosa” – Secondo loro non va esclusa la possibilità che il ragazzo sia rimasto vittima di stalking o di istigazione al suicidio. Stando a quanto scrive Repubblica, infatti, il giovane veniva deriso a scuola e non solo: su Facebook i compagni avevano anche creato un profilo che, sebbene avesse un nome storpiato, faceva chiaro riferimento a lui. C’erano le sue foto, quelle del “ragazzo con i pantaloni rosa”, insieme a qualche frase di sfottò. Ora, a quanto pare, sono quegli stessi compagni (che però negano eventuali accuse) a sentirsi in colpa per non aver capito il suo disagio e, forse, qualcuno anche per aver fatto qualche battuta di troppo. E di questa tragica vicenda ne ha parlato anche Nichi Vendola sul suo profilo Facebook, sottolineando come il giovane suicida fosse omosessuale e venisse preso in giro esattamente per questo.