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Un anno fa veniva ucciso a Fermo Emmanuel Chidi Namdi: la sua salma spedita in Nigeria

Il 5 luglio dello scorso anno Amedeo Mancini, un 40enne di Fermo, uccise con un pugno il richiedente asilo Emmanul Chidi Namdi. A un anno di distanza il corpo del migrante è stato rispedito in Nigeria, l’assassino – condannato per il delitto – è tornato a piede libero ma a Fermo è nato un comitato antirazzista che stasera manifesterà per dire no al razzismo e promuovere l’accoglienza.
A cura di Davide Falcioni
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Emmanuel e la sua compagna
Emmanuel e la sua compagna Chinery

Il 5 luglio del 2016 era una torrida giornata estiva come tante a Fermo. Emmanuel Chidi Namdi e sua moglie Chinery uscirono dal seminario arcivescovile, dove erano ospiti di un centro di accoglienza per migranti, per recarsi nella più vicina farmacia, lungo un tragitto in leggera salita. I due camminavano in fila indiana accompagnati da un amico quando, in prossimità di una fermata dell'autobus, incrociarono Amedeo Mancini, un 40enne fermano noto in città per le simpatie di estrema destra e i modi "risoluti". "African scimmia", disse l'italiano, rivolgendosi alla donna che, pur non parlando correttamente la nostra lingua, comprese perfettamente il senso di quell'insulto odioso. Chinery chiese conto di quelle parole a Mancini, che la afferrò per la maglia e la strattonò prima che intervenisse Emmanuel a difesa della moglie: tra i due volò qualche parola e spinta, ma quando il nigeriano fece per andarsene venne inseguito da Mancini che prima gli sferrò un calcio, poi il pugno che lo uccise.

A un anno dall'omicidio di Emmanuel Amedeo Mancini è un uomo libero

E' trascorso un anno da quel 5 luglio che ha fatto piombare la placida provincia marchigiana nell'incubo del razzismo. Amedeo Mancini nel frattempo ha patteggiato una condanna a 4 anni per omicidio preterintenzionale con l'aggravante dell'odio razziale e da alcuni mesi, grazie alla buona condotta dimostrata sia in carcere che durante gli arresti domiciliari, è stato reimmesso in libertà.  Ieri mattina il corpo di Emmanuel è partito per Roma e da lì domani, secondo il desiderio espresso dalla vedova Chinery, verrà spedito in Nigeria per la sepoltura definitiva. Sabato scorso don Vinicio Albanesi, presidente della Comunità di Capodarco e della Fondazione Caritas in veritate che aveva accolto Emmanuel e la sua compagna, nel corso di un'omelia ha ricordato il giovane migrante:

"Caro Emmanuel, ad un anno della tua morte, insieme a Chinery e a quanti ti hanno voluto bene, vogliamo salutarti, prima che la tua salma parta per l’amata Nigeria. Abbiamo vivo il ricordo della tua presenza nella nostra terra. Lo sbarco, la sistemazione in seminario e il giorno della grande festa della promessa di matrimonio. La cerimonia è segnata nei libri della parrocchia perché rimanga nel tempo: eri felice con Chinery, vestito da sposo. Abbiamo cantato e ballato perché vedevamo terminata per te e per altri il tempo della fatica e del dolore. Ti abbiamo accolto come un fratello, perché ogni creatura, anche se viene da lontano, possa trovare futuro. Ero in viaggio per Roma quando Suor Rita mi comunicò che era avvenuto qualcosa di grave; solo verso mezzanotte ebbi la notizia che eri in coma irreversibile per morire il giorno dopo. Abbiamo cercato di dare dignità alla tua vita e alla tua morte. Abbiamo vissuto la tua scomparsa come una sconfitta per tutti noi".

"Fermi contro il razzismo": stasera in piazza per ricordare Emmanuel

A un anno di distanza dall'omicidio la città di Fermo – e il territorio circostante –  è ancora spaccata in due, con una parte non trascurabile che è riuscita persino a eleggere Amedeo Mancini a "martire" della giustizia italiana o – peggio ancora – a vittima delle conseguenze dell'"invasione degli immigrati". Non pochi hanno solidarizzato con lui, non pochi hanno detto che in fondo quel nigeriano "se l'era cercata" (come?). Il virus del razzismo ha attecchito, dunque, ma non meno quello della solidarietà. Dopo l'omicidio di Emmanuel è infatti nato il Comitato 5 Luglio, uno spazio attraversato trasversalmente dal meglio delle forze di sinistra, del sindacalismo e del civismo del territorio: stasera, a partire dalle 19, in migliaia sfileranno nelle strade di Fermo per la manifestazione "Fermi contro il razzismo". Per dire no alla xenofobia e parlare invece di accoglienza e solidarietà Perché la morte di Emmanuel non sia stata vana ma abbia invece gettato il seme per costruire una città e una società migliori.

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