Morto Umberto Eco, l’ultima polemica: “Coi social diamo parola a legioni di imbecilli”
L'ultima polemica come al solito ricca di spunti e riflessioni, di Umberto Eco, morto stanotte, è datata giugno 2015. In occasione del conferimento della laurea honoris causa in "Comunicazione e Cultura dei media" a Torino, lo scrittore andò giù duro su internet. "I social media – ebbe a dire lo scrittore – danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È – concluse Umberto Eco – l'invasione degli imbecilli". Nell'Aula Magna dell'ateneo piemontese, la lectio magistralis di Eco, dopo la laudatio del semiologo Ugo Volli, fu dedicata alla sindrome del complotto ed ebbe una standing ovation.
"La tv – disse l'autore del Nome della Rosa – aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità". "I giornali dovrebbero dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti, così come i professori dovrebbero insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù ma bisogna paragonare le informazioni per capire se sono attendibili o meno".