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Umberto Bossi e i soldi in nero dati alla Lega

In una conversazione tra Belsito e la segretaria amministrativa Nadia Dagrada si parla “chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito”. Un giro di contanti che per gli inquirenti potrebbe avere provenienza illecita.
A cura di Alfonso Biondi
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Umberto Bossi e Roberto Calderoli

Ore caldissime in casa Lega. L'indagine che riguarda il tesoriere del Carroccio Francesco Belsito ha fatto saltare baracca e burattini. La posizione di Bossi e famiglia, in particolare, si fa sempre più difficile col passare delle ore e il senatùr, notizia dell'ultim'ora, ha deciso di rassegnare le dimissioni. E continuano a spuntare nuove grane. Nelle carte dell'inchiesta su Belsito si parla "chiaramente del nero che Bossi dava tempo fa al partito": una circostanza, questa, che verrebbe fuori da una conversazione tra il tesoriere del partito padano e la segretaria amministrativa Nadia Dagrada. Gli inquirenti sospettano che quel nero possa essere il frutto di "tangenti, corruzioni o di altre forme di provenienza illecita e non tracciabile".

La segretaria a Belsito: "Allontanare Castelli dal comitato organizzativo"- Secondo gli atti dell'inchiesta, tale denaro "veniva poi elargito, senza lasciare traccia, a Bossi stesso e ai suoi familiari". La conversazione tra Belsito e la segretaria Dagrada, intercettata dagli inquirenti, è del 29 gennaio 2012 e fa riferimento al fatto che Castelli volesse controllare le spese del partito. Dagrada dice a Belsito: "Però tu al capo (Bossi N.d.R.) precisi la cosa del discorso soldi, che Castelli vuole andare a vedere la cassa e quelli che sono i problemi, perché comunque tu non è che puoi nascondere quelli che sono i costi della famiglia, cioè da qualche parte vengono fuori". La segretaria invita quindi il tesoriere a parlare con Bossi, al fine di "far allontanare Castelli dal comitato amministrativo di gestione ed evitare così i controlli sui conti e sulle uscite a favore di Bossi e dei suoi familiari".

Il Trota e i faldoni portati via da via Bellerio- Sempre dagli atti e dalle intercettazioni, emergerebbe poi che Renzo Bossi, assieme alla fidanzata, sarebbe andato in via Bellerio per portar via alcuni faldoni, forse quelli riguardanti la ristrutturazione della casa di Gemonio. Non solo. Dalle inchieste di Milano, Napoli e Reggio Calabria emergerebbe a carico del Trota  anche un presunto fascicolo "affossato da Berlusconi". Sempre la segretaria Dagrada avrebbe confessato a Belsito: "E' vero che continuano a dire ai magistrati di mettere sotto il fasciolo?… ma prima o poi il fascicolo esce".

Soldi anche a Calderoli- Per gli inquirenti tra i destinatari dei quattrini sottratti alle casse del partito, da utilizzare rigorosamente per i bisogni della famiglia Bossi, potrebbe esserci anche Roberto Calderoli. In una telefonata, Dagrada, sempre lei, parla con Belsito del denaro consegnato a Calderoli; il tesoriere le chiede: " Come giustifico i soldi di Calderoli?, lei risponde: "Quello non è un grosso problema nell’arco di un anno, non è un problema".

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