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Umberto, 71 anni: “Denunciato e amanettato per uno striscione contro Salvini”

È successo a Carpi durante un comizio del vicepremier. “Mi hanno tenuto in manette per quasi 40 minuti, è un fatto molto grave” commenta il 71enne Umberto Fazzi, militante di un circolo di estrema sinistra. “La mia era una dichiarazione di dissenso civile”. Adesso rischia una sanzione pecuniaria ed è sottoposto ad indagini. L’accusa è di “grida e manifestazioni sediziose”
A cura di Beppe Facchini
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Ammanettato e poi denunciato dopo aver esposto un manifesto contro Matteo Salvini. È successo a Carpi, vicino Modena, dove il vicepremier si è recato nei giorni scorsi, per un comizio in piazza a sostegno di Federica Boccaletti, candidata del centrodestra alle prossima amministrative nel comune emiliano.

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“Mi sono arrampicato su un tetto e sono stato lì almeno per quaranta minuti” racconta il protagonista Umberto Fazzi, 71enne pensionato, militante del Centro di Documentazione Iskra, circolo di estrema sinistra di Carpi. Il manifesto recitava "Canagliume fascista fuori dai coglioni" e altre parole che messe una dietro l’altra, ricorda Fazzi, rappresentano “l’essenza del fascismo monopolistico di Stato”. Oltre ad aver srotolato lo striscione, Fazzi ha utilizzato un megafono per leggere alcuni volantini “che avevamo già fatto precedentemente contro il razzismo”. E tanto è bastato per l’intervento delle forze dell’ordine.

“Mi hanno ammanettato lì sul tetto, anche con una certa violenza –continua-. Poi mi hanno stretto su, mi hanno un po’ chiuso la gola, visto che avevo il kefiah palestinese, e dopo hanno capito che non ero un diciottenne e si sono calmati. Ma resta il fatto grave di aver ammanettato una persona senza che ce ne fosse assolutamente bisogno”.

Preso di mira anche dagli insulti dei sostenitori della Lega, presenti in piazza a Carpi, Umberto Fazzi è rimasto per oltre mezz'ora con le manette lungo il portico pieno di gente (“Anche se hanno chiaramente cercato di nascondere le manette”), poi è stato condotto in questura, dov’è rimasto fino a mezzanotte. “Nel verbale il fatto delle manette non è stato neanche menzionato” sostiene ancora il pensionato anti-Salvini di Carpi.

“La mia era una manifestazione di dissenso rispetto a quello che viene avanti adesso” continua Fazzi, denunciato alla fine per “grida e manifestazioni sediziose”, come prevede l’articolo 654 del codice penale. Adesso rischia una sanzione pecuniaria ed è sottoposto ad indagini. Ha rifiutato l’avvocato d’ufficio e ne ha nominato uno di fiducia.

“Stiamo andando verso una china pericolosa, c’è un clima repressivo per cui chi ha ancora una coscienza democratica deve ribellasi, Salvini cavalca l’onda razzista” conclude il 71enne, che a proposito dei tanti striscioni che da settimane stanno campeggiando praticamente in tutta Italia, ad ogni comizio del leader leghista, conclude: “Può essere riduttivo attaccare uno striscione, ma è un sintomo da tenere in considerazione. Infatti gli sta dando molto fastidio”.

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