Uganda, il presidente contro la legge anti-gay: “Malati, ma no al carcere”
“Gli omosessuali sono dei malati e non si può uccidere una persona malata. Le persone riconosciute colpevoli di pratiche omosessuali non possono essere rinchiuse a vita in carcere”: è questo il punto di vista del presidente ugandese Yoweri Museveni, stando a quanto affermato oggi dal suo portavoce. Un punto di vista che ha spinto il presidente dell’Uganda a rifiutarsi di approvare la controversa legge anti-gay che il Parlamento del suo Paese aveva votato lo scorso 20 dicembre. Una legge in base alla quale l’omosessualità sarebbe stata perseguita anche con l’ergastolo. Gli omosessuali (in aumento in Uganda) secondo il presidente hanno, insomma, diritto di esistere. Sebbene si sia rifiutato di firmare la legge, il presidente ugandese non ha comunque lasciato dubbi sulla propria omofobia parlando infatti di “anormalità” che non si definire “un diverso orientamento”.
Proibite manifestazioni pubbliche in favore dei gay – In ogni caso, secondo Museveni, il modo migliore per salvare i giovani dal rischio di “un comportamento disgustoso” è sostenere lo sviluppo economico del Paese, con una rapida industrializzazione e modernizzazione dell'agricoltura. Il portavoce del presidente ha spiegato anche che la decisione di non firmare la legge anti-gay non è stata presa in seguito alle pressioni e alle condanne della comunità internazionale: “Nessuno lo ha influenzato, nessuna lobby. La posizione del presidente è la stessa da molto tempo” , così il portavoce che ha aggiunto che continueranno a essere proibite manifestazioni pubbliche in favore dei gay.