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Uganda: il Parlamento dice sì all’ergastolo per i gay

Per l’effettiva entrata in vigore della legge manca solo la firma del presidente. Le associazioni per i diritti civili sperano in un intervento della comunità internazionale che blocchi la barbarie.
A cura di D. F.
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In Uganda il Parlamento ha approvato stamattina una legge che criminalizza pesantemente l'omosessualità, prevedendo per i "colpevoli" la pena dell'ergastolo. Per l'effettiva entrata in vigore del provvedimento manca soltanto la firma del presidente, Yoweri Museveni, che tuttavia potrebbe non essere scontata se dai paesi occidentali arriveranno forti pressioni affinché il parlamento riveda la legge. Se, infatti, gli Stati Uniti in primis interromperanno il flusso di aiuti, il capo dello stato sarà necessariamente costretto a non sottoscriverla. Il governo ugandese ha infatti scritto una norma che prevede, per i recidivi, il carcere a vita. Ma non solo: diventa reato persino parlare in pubblico di omosessualità, mentre il carcere è previsto anche per coloro che non denunciano alle autorità la presenza di gay. Ovviamente sono previste pesanti pene anche nei confronti delle associazioni per la tutela dei diritti civili, molte delle quali rischiano di essere letteralmente decapitate.

L'attivista gay Frank Mugisha dopo il voto del parlamento ha affermato: "Da oggi sono ufficialmente nell'illegalità", mentre Julian Onziema, transessuale e importante figura del movimento gay ugandese, ha preferito non commentare l'approvazione della nuova legge affermando che gli serve tempo per riflettere.

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