Uganda: gay puniti con l’ergastolo, in vigore la legge contro l’omosessualità
In Uganda da oggi i gay saranno punibili con la pena dell'ergastolo. Nel Paese africano, infatti, entra in vigore la discussa legge contro l'omosessualità approvata dal parlamento nel dicembre dello scorso anno. Dopo alcune perplessità nei giorni scorsi, soprattutto sulle pene previste dalla nuova legge, il presidente dell'Uganda, Yoweri Museveni, ha firmato oggi il provvedimento di ratifica della nuova norma che quindi entra definitivamente in vigore. Ad annunciarlo è stata la portavoce del capo dello Stato, Sarah Kagingo, che non ha esitato a definire il gesto come "un passo storico". La firma del documento è arrivata al termine di una cerimonia nella residenza ufficiale del presidente a Entebbe, a 40 chilometri dalla capitale Kampala, ed è stata accolta dall'applauso dei funzionari del governo. Nel dettaglio, la nuova legge prevede una pena di 14 anni di carcere per le persone condannate per la prima volta per omosessualità e addirittura l'ergastolo per la cosiddetta "omosessualità aggravata" cioè per quelle persone condannate più volte per rapporti omosessuali.
Non sono servite quindi le pressioni a livello internazionale sull'Uganda e sul Presidente Museveni affinché non promulgasse la legge contro i gay. Contro il provvedimento si erano schierate le diplomazie europee minacciando sanzioni e un taglio degli aiuti per l'Uganda, e anche il Presidente Usa, Barack Obama, era intervenuto direttamente sul caso avvertendo che la normativa avrebbe complicato le relazioni con Washington. L'unico risultato raggiunto dalla comunità internazionale è stato quello di riuscire ad eliminare dal testo il ricorso alla pena di morte. "Secondo gli scienziati ugandesi non ci sono prove che l'omosessualità sia una condizione genetica" ha spiegato il Presidente Museveni, aggiungendo "Se veramente sarà confermato che ci sono persone che nascono omosessuali potremo rivalutare la legge".