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Uffizi, aprono 14 nuove sale: Tiziano, Tintoretto e gli altri capolavori provenienti dai depositi

Sono in totale 105 le opere esposte nelle nuove sale aperte al primo piano della Galleria degli Uffizi: il nuovo allestimento ricolloca i grandi capolavori del Cinquecento come la “Venere di Urbino” di Tiziano e “Leda e il Cigno” del Tintoretto accanto ai maestri del Rinascimento veneziano e della scuola fiorentina, ed espone oltre trenta opere che per decenni sono rimaste chiuse nei depositi.
A cura di Federica D'Alfonso
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La "Venere di Urbino" di Tiziano (1538) è una delle cento opere esposte nelle 14 nuove sale aperte al primo piano della Galleria degli Uffizi.
La "Venere di Urbino" di Tiziano (1538) è una delle cento opere esposte nelle 14 nuove sale aperte al primo piano della Galleria degli Uffizi.

Gli Uffizi hanno inaugurato un vero e proprio “museo nel museo”: il Direttore Eike Schmidt ha descritto così l’apertura, il 29 maggio, di 14 nuove sale situate al primo piano della Galleria. Mille e cento metri quadrati di esposizione interamente dedicati ai maestri veneti e fiorentini del Cinquecento e del primo Seicento. Oltre cento le opere esposte, buona parte delle quali tornano visibili al pubblico dopo anni di permanenza nei depositi: Tiziano, Tintoretto, Vasari ed El Greco, ma anche i maestri fiamminghi come Bruegel il Vecchio e Denjis Calvaert, e una donna, Lavinia Fontana.

Dai depositi, la Caduta degli Angeli e la Madonna del Popolo

In totale, sono ben 105 le opere che hanno trovato una nuova collocazione all'interno delle sale del primo piano degli Uffizi: circa un terzo di queste tornano ad essere esposte al pubblico dopo anni. Fra i grandi ritorni anche quello della “Caduta degli angeli ribelli” di Andrea Commodi: si tratta di una bozza di un affresco mai eseguito che, nonostante il carattere preparatorio, conserva una forza e un’espressività fuori dal comune. Il disegno doveva costituire il preludio alla realizzazione della cappella di papa Paolo V nel palazzo del Quirinale: dopo anni quest’opera, paragonata per bellezza al Giudizio Universale di Michelangelo, torna ad essere visibile nello Studiolo della Controriforma.

La "Madonna del Popolo" di Federico Barocci è ora esposta della Sala del Pilastro, negli Uffizi.
La "Madonna del Popolo" di Federico Barocci è ora esposta della Sala del Pilastro, negli Uffizi.

Attesissima e di grande rilievo anche la riesposizione, dopo dieci anni di permanenza in deposito, della “Madonna del Popolo” dell’urbinate Federico Barocci: quest’opera, uno degli esempi più alti dell’arte della Controriforma, viene esposta di nuovo al pubblico nella grande Sala del Pilastro dove, accanto ad un’altra opera del Barocci e ad altri artisti toscani e veronesi, spicca il nome di una donna: la bolognese Lavinia Fontana, quasi contemporanea della ben più famosa Artemisia Gentileschi, con l’“Apparizione di Cristo alla Madonna” del 1581.

Tiziano, Tintoretto e Veronese: i grandi maestri

"Leda e il Cigno" del Tintoretto (1550), esposto nella nuova Sala del Tintoretto alla Galleria degli Uffizi.
"Leda e il Cigno" del Tintoretto (1550), esposto nella nuova Sala del Tintoretto alla Galleria degli Uffizi.

Oltre alle sale “tematiche” che riuniscono in ambienti contigui il Rinascimento veneziano e la scuola fiorentina, il “classicismo” e l’arte della Controriforma, alcune sale scelgono di privilegiare lo sguardo su alcuni fra i più grandi artisti del Cinquecento e Seicento: una piccola sala è stata riservata a El Greco, con l’opera “I Santi Giovanni Evangelista e Francesco d'Assisi”, mentre un’altra indaga la figura di Agnolo di Cosimo, detto “Il Bronzino”, con “Pigmalione e Galatea”, il “Compianto sul Cristo morto” e “I diecimila martiri”.

Ma i grandi protagonisti sono senza dubbio il Tintoretto, del quale è possibile ammirare capolavori come “Leda e il cigno”, il “Sacrificio di Isacco” e “Adamo ed Eva cacciati dal Paradiso Terrestre”, e il Veronese: al pittore della scuola veneziana è dedicata la sala omonima, che espone “Ester e Assuero”, l’“Annunciazione” e il “Martirio di Santa Giustina”.

"Ritratto di Ortensia de’ Bardi da Montauto" di Alessandro Allori, esposto nella Sala della Controriforma alla Galleria degli Uffizi.
"Ritratto di Ortensia de’ Bardi da Montauto" di Alessandro Allori, esposto nella Sala della Controriforma alla Galleria degli Uffizi.

Uno spazio di grande rilievo è stato, infine, riservato a Tiziano: la sua celebre “Venere di Urbino” è stata ricollocata in uno spazio indipendente, dove è possibile ammirarla in tutta la sua bellezza. Ad affiancare il capolavoro commissionato dalla famiglia Della Rovere e giunto a Firenze a seguito del matrimonio di Vittoria con Ferdinando II de’ Medici, altri due dipinti: uno sempre di Tiziano, “Flora”, e un ritratto femminile di Sebastiano del Piombo, conosciuto come “Fornarina”. Ma il nome di Tiziano compare anche in molte altre delle sale del nuovo piano degli Uffizi: nell'Anticamera di Venere è esposto “Venere e Cupido con cagnolino e pernice”, mentre nella sala dedicata al Naturalismo veneziano è presente il “Ritratto postumo di Caterina Corner come Santa Caterina d’Alessandria”. E ancora, il “Ritratto virile” e quello del Cavaliere di Malta nella Sala del Guerriero di Giorgione, e la “Madonna delle Rose” e il “Cristo Risorto” nella Cappellina Veneziana.

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