Ue: “Il voto italiano è un rischio politico per l’Europa”

L'Unione europea guarda con preoccupazione alle prossime elezioni politiche italiane. In conferenza stampa, il commissario agli Affari economici Ue Pierre Moscovici ha dichiarato che "il voto italiano è un rischio politico per l'Unione europea", sottolineando che "l'Italia si prepara ad elezioni il cui esito è quanto mai indeciso. Quale maggioranza uscirà dal voto? Quale programma, quale impegno europeo? In un contesto in cui la situazione economica dell'Italia non è certamente la migliore al livello europeo, felice chi potrà dirlo…".
"Seguirò il voto da molto vicino. Oggi è difficile immaginare quale coalizione uscirà dal voto, con quali ambizioni europee, anche se con l'approssimarsi delle elezioni tutti i partiti rivedono il loro posizionamento rispetto all'euro. Possiamo avere fiducia nella ripresa dell'Italia, ma sono diverse le riforme che deve ancora implementare. Il principale motivo di preoccupazione al momento è l'incertezza politica per il risultato delle elezioni del 4 marzo", ha proseguito Moscovici. Riferendosi poi alla situazione economica in Europa, il commissario ha poi dichiarato: "Credo di poter dire che siamo usciti dall'era delle grandi crisi europee. L'Europa ha ripreso colore e ormai la crescita europea supera il 2%, più degli Stati Uniti. L'Europa può contare su una crescita solida e duratura".
In relazione alla proposta di Luigi Di Maio relativa allo sfondamento del tetto del 3% nel rapporto tra deficit e Pil, Moscovici ha commentato: "È un controsenso assoluto. Sul piano economico questa riflessione non è pertinente. Il tetto del 3% ha un senso molto preciso, quello di evitare che il debito non slitti ulteriormente. Ridurre il deficit significa combattere il debito e combattere il debito significa rilanciare la crescita".
La replica M5s: Francia ha sforato più di tutti il 3%
La risposta pentastellata è stata affidata al deputato Danilo Toninelli:
Caro Moscovici, capisco che, in qualità di Commissario Ue, lei sia obbligato a dire che il tetto del rapporto deficit/Pil non debba essere superato, però vanno anche usate le parole giuste. Lei ha parlato di ‘controsenso assoluto'. Se la mette in questi termini, mi permetto di ricordare quali sono i veri controsensi assoluti. Partiamo da un dato: 165. È il numero certificato di volte in cui le regole del deficit sono state violate dagli Stati membri, dal 1999 al 2015. E qual è il Paese in cima a questa classifica, il primo, quello che ha fatto registrare il maggior numero di violazioni? È la Francia, che ha sforato il 3% ben 11 volte. A seguire Grecia, Portogallo, Polonia (con 10 violazioni) e Regno Unito (9). L'Italia è al quarto posto con 8 violazioni. Il suo Paese (la Francia, ndr) per un programma economico finalizzato al benessere dei propri concittadini ha sforato il tetto del 3% più di ogni altro in Europa. Avete fatto bene a farlo e lo ha fatto anche lei in anni recenti, quando era ministro delle finanze francese. Noi chiediamo di fare quello che anche il suo Paese ha fatto, perché, come voi, anche noi abbiamo a cuore il benessere dei nostri concittadini, e oggi più che mai questo benessere lo si può costruire solo facendo ripartire l'economia con investimenti ad alto moltiplicatore.