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Ucciso come un boss a Napoli, si fa largo l’ipotesi dell’errore di persona

Uno scambio di persona alla base dell’omicidio di Marianella, è questa l’ipotesi relativa alla morte di Pasquale Romano, 30enne ucciso mentre era in auto. Un innocente, un ragazzo che con la camorra non aveva nulla a che fare, con un’auto forse uguale a quella del reale obiettivo dei sicari.
A cura di Susanna Picone
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Uno scambio di persona alla base dell’omicidio di Marianella, è questa l’ipotesi relativa alla morte di Pasquale Romano, 30enne ucciso mentre era in auto. Un innocente, un ragazzo che con la camorra non aveva nulla a che fare, con un’auto forse uguale a quella del reale obiettivo dei sicari.

Pasquale Romano era un trentenne come tanti, della provincia di Napoli, descritto da tutti come un bravo ragazzo. Universitario che lavorava in un’azienda di Pozzuoli – presto avrebbe avuto un contratto a tempo indeterminato – e che aveva una fidanzata che avrebbe sposato, nei loro progetti c’era infatti quello di realizzare quanto prima il loro sogno. Una fidanzata che abita a Marianella, quartiere napoletano non lontano da Scampia, lì il giovane ha trovato la morte due sere fa. È stato ucciso con 14 colpi di pistola mentre era in macchina: scendeva proprio dalla casa della fidanzata. Perché è stato ucciso? Probabilmente per errore, perché i sicari l’hanno scambiato per un altro. Lui, infatti, era incensurato, senza alcun legame con la criminalità, nessun precedente guaio con la giustizia. La pista dell’errore di persona appare dunque al momento la più probabile, mentre gli investigatori cercano, nella zona, un’automobile come la sua che, nel buio della notte, potrebbe aver fatto “confondere” i sicari.

“Quella di Romano era una famiglia tranquilla, onesta” – Tutti, a Cardito, il paese originario di Pasquale Romano, sono convinti che si sia trattato di questo, di un errore, perché il trentenne “era un bravo ragazzo”. Non lo dicono solo i suoi familiari e la sua ragazza, ora ovviamente sconvolta, lo stesso sindaco di Cardito, Giuseppe Cirillo, ha ammesso di conoscere personalmente il giovane “senza grilli per la testa”. Stesse parole ripetute dall’ex sindaco, Giuseppe Barra: “Quella di Pasquale Romano è una famiglia tranquilla, gente onesta”. Ora tutti chiedono chiarezza e giustizia perché non è possibile morire in questo modo. Perché l’omicidio di Marianella appare sempre più, ora dopo ora, simile a quello di tanti altri innocenti uccisi per errore, che con la camorra non avevano niente a che fare.

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