Uccisa dopo 12 denunce: Palazzo Chigi deve risarcire gli orfani, ma impugna la sentenza
Nel 2007 Marianna Manduca, all’epoca trentenne e madre di tre figli, venne uccisa a coltellate a Palagonia dal marito Saverio Nolfo dopo che lei lo aveva denunciato, invano, dodici volte alla Procura di Caltagirone. A distanza di anni e dopo una lunga battaglia legale i magistrati sono stati ritenuti responsabili di negligenza dal tribunale civile di Messina e la Presidenza del Consiglio è stata condannata a risarcire 300.000 euro di danni agli orfani. Ma ora Palazzo Chigi ha appellato la sentenza. Lo hanno reso noto gli avvocati Alfredo Galasso e Licia D'Amico, legali dei figli della vittima. “Si tratta di una decisione grave e inattesa, che tende a porre nel nulla un provvedimento giudiziario che per la prima volta riconosce e punisce la responsabilità non della magistratura nel suo complesso, ma di singoli magistrati, colpevoli di una inerzia giudicata dai loro stessi colleghi ingiustificabile”, è quanto dicono gli avvocati.
Le dichiarazioni degli avvocati – “C'era parso che una corretta e imparziale applicazione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, recentemente riformata, avrebbe indotto il Presidente del Consiglio dei Ministri ad adottare una diversa e solidale decisione nei confronti di una famiglia notoriamente generosa e bisognosa come quella che ha accolto da anni i figli di Marianna Manduca”, spiegano ancora, “ma ciò che è ancor più grave e che ci indigna è che è nell'atto di appello è stata chiesta la sospensione dell'esecuzione della sentenza di primo grado, allo scopo di non pagare al padre adottivo Carmelo Calì il modesto risarcimento riconosciuto, in attesa dell'esito di un appello che riteniamo del tutto infondato e dilatorio”. Carmelo Calì, cugino di Marianna, non aveva mai conosciuto i tre figli della donna ma decise di adottarli per sottrarli alla casa famiglia dove stavano per essere assegnati.