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Uccide l’investitore della moglie, legale del giovane: “Italo ucciso da campagna d’odio”

L’avvocato Pompeo Del Re, difensore del giovane Italo D’Elisa, ha dichiarato che il ragazzo sarebbe vittima di una vera e propria campagna d’odio. C’è stata una campagna di odio da parte dei famigliari di questa ragazza che è stata coinvolta in questo terribile incidente che purtroppo ha portato a questo risultato. Ora ne vediamo le conseguenze”. Il procuratore di Vasto si scaglia invece contro internet: “Sono veramente stufo di queste comunicazioni in rete dove cova l’odio”.
A cura di Charlotte Matteini
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Il giovane Italo D'Elisa, il ventiduenne di Vasto ucciso oggi dal marito di Roberta Smargiassi, la 34enne morta a causa di un incidente stradale lo scorso 1° luglio in seguito all'impatto con l'automobile guidata da D'Elisa, sarebbe vittima di una campagna d'odio. A sostenerlo è il legale difensore che in questi mesi ha seguito il processo, l'avvocato Pompeo Del Re, che senza troppi giri di parole ha dichiarato: "C'è stata una campagna di odio da parte dei famigliari di questa ragazza che è stata coinvolta in questo terribile incidente che purtroppo ha portato a questo risultato. Ora ne vediamo le conseguenze. Vedevamo manifesti dappertutto. Continui incitamenti anche su internet a fare giustizia, a fare giustizia. Alla fine c'è stato chi l'ha fatta. Si è fatto giustizia da sé. Tra l'altro dopo tempo, quindi una premeditazione".

Proseguendo, Del Re ha anche raccontato che il processo a carico di del ventiduenne al momento non era ancora iniziato e che chiuse le indagini alla fine dello scorso novembre, D'Elisa era in attesa della decisione del Gup: "Il percorso della giustizia stava andando avanti. Italo D'Elisa sarebbe dovuto comparire nei prossimi giorni davanti al Gup. Ci era stata notificata la fissazione di udienza preliminare, nel corso della quale si sarebbe dovuto decidere se disporre o meno il rinvio a giudizio. D'Elisa era indagato per omicidio stradale. Ma a quanto pare Italo è stato seguito, sono stati seguiti i suoi spostamenti e alla fine è stato ucciso. Sono stati esplosi più colpi di proiettile. È chiaro l'intento e la premeditazione da quanto si era verificato l'incidente".

Il procuratore capo della Repubblica del Tribunale di Vasto, Giampiero Di Florio, ha commentato la vicenda parlando di "tragedia nella tragedia" e rispondendo proprio alla domanda di un cronista che chiedeva cosa pensasse del clima d'odio innescatosi a seguito della morte di Roberta, ha dichiarato: "Non mi parlate della rete perché sono assolutamente contrario a tutte queste forme di comunicazione. Vedo una gioventù malsana che non parla più e si affida a questi commenti spregiudicati. Sono forme di violenze anche quelle. Sono veramente stufo di queste comunicazioni in rete dove cova l'odio"

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