Tutti gli uomini del tesoriere: i segreti di Lusi in una chiavetta usb
I segreti di Luigi Lusi sono contenuti in una chiavetta usb. Francesca Fiore, dal 2002 "segretaria particolare" dell'ex tesoriere della Margherita, l'ha consegnata nelle mani degli inquirenti che indagano sul caso della sottrazione di oltre 20 milioni di euro dalle casse del partito. I pm hanno voluto ascoltare la donna dopo che il senatore indagato per associazione a delinquere, appropriazione indebita e illecito reimpiego, ha vuotato il sacco davanti alla giunta per le immunità di Palazzo Madama, rivelando che i soldi pubblici della Margherita finivano anche nelle mani di Francesco Rutelli, Matteo Renzi ed Enzo Bianco.
La Fiore davanti agli inquirenti ha confermato l'esistenza di alcuni versamenti ai vari esponenti del partito di centrosinistra ormai sciolto, ma non solo. Ha parlato dell'esistenza di un archivio su cui ha caricato un file excel in cui sono contenuti tutti i nomi dei beneficiari dei bonifici disposti da Lusi nel periodo in cui amministrava le casse delle Margherita. La segretaria ha voluto anzitutto spiegare il suo ruolo nella formazione politica guidata da Rutelli e ciò che le diceva di fare Lusi: «Non mi occupavo di contabilità. Negli ultimi due anni mi iniziò a passare alcune fatture che dovevano essere ‘riviste' da lui e che non andavano direttamente alla contabilità».
Ecco il racconto dettagliato della "segretaria speciale" di Lusi:
"Tutto nasce con le europee 2009, quando Lusi mi parlò della necessità di trattare alcune spese distinguendole dal resto in quanto rimborsi della politica. Erano le fatture di cui ho parlato prima. Cominciai a raccogliere queste fatture segnando anche le persone che le portavano (Bocci, e così via, in generale le persone di riferimento dei vari politici). Io ho tenuto copia delle fatture e poi le avevo inserite anche in un file excel. Una volta pronte (senza correzioni o dopo le correzioni) tornavano a Lusi che me le ridava perchè le passassi all’amministrazione. L’imputazione a questo o quel parlamentare la facevo sulla base di chi mi portava le fatture e di quello che mi diceva Lusi. Verso il 2010 o il 2011Lusi mi disse che occorreva essere precisi anche nelle imputazioni delle fatture ai vari soggetti autorizzati a spendere, perchè c'era un accordo per suddividere le spese in termini di 60/40. Non ricordo chi aveva il 60 e chi il 40 per cento. Bianco, Bindi, Bocci, Fioroni, Franceschini, Letta e Marini erano "popolari" e Gentiloni, Renzi e Rutelli, invece, "rutelliani".
Francesca Fiore ricorda un episodio del febbraio scorso, quando Rutelli, dopo le notizie dello scandalo uscite sui giornali, le chiese se non si era mai accorta del giro di fatture di cui era complice indiretta: «dissi di no e lui mi parve stupito». La donna poi afferma che per ognuno dei politici di cui ha fatto il nome, c'erano delle persone di riferimento che ritirarano le fatture da pagare con bonifico generalmente per «prestazioni di tipografia»:
Per Bindi veniva o la segretaria o un certo Paolo; per Bocci veniva il suo assistente Paolo Martellini e a volte forse lo stesso Bocci; per Marini c’è ben poco; per Fioroni me le dava di solito lo stesso Lusi o Iannuzzi che mi portava le fatture in busta chiusa; Franceschini non è mai venuto e veniva Giacomelli; per Letta non è mai venuto, credo se ne occupasse Lusi. Quanto a Rutelli le fatture me le dava Lusi; si trattava più che altro di rutelliani, come Mi-lana e anche Renzi, per il quale veniva un certo Gavini, suo mandatario elettorale.
E alla domanda dei magistrati, sul perché non venissero utilizzati contanti per i pagamenti, Francesca Fiore spiega che si usavano «solo per i regali in occasione delle festività o per qualche compleanno o simili. Si trattava solo di regali che faceva lui. Gli importi erano alti, un po' meno di 10mila al mese. Per Natale assai di più, solo di enoteca saranno stati 30.000 euro. I destinatari erano politici, specialmente abruzzesi o a lui legati, come Fioroni e Rutelli. Fuori dalla politica potevano essere i parenti e gli amici personali».