Tutti gli sprechi del Governatore: quanto ci costa la Regione Sicilia?
È la regione dei record. In fatto di stipendi, almeno. In grado di far impallidire le già sostanziose buste paga dell'altro capo d'Italia, la “virtuosa” Lombardia. Stiamo parlando della Regione Sicilia, o meglio dell'Ars (Assemblea Regionale Siciliana), una delle cinque regioni italiane a Statuto Speciale che, di tale, sembra avere sopratutto le retribuzioni. A partire dal presidente Raffaele Lombardo, che secondo i calcoli fatti dalla commissione paritetica Stato-Regioni, guadagna la bellezza di 15.683 euro al mese, sommando le indennità da governatore e deputato regionale. Più di Formigoni, più della Polverini, più del governatore dello Stato di New York, che arriva a “soli” 10mila euro mensili.
L'ISOLA DEGLI STIPENDI – Essere eletti alla Regione Sicilia può sistemare per tutta la vita. E anche oltre. Il segretario generale dell'Ars (attualmente Giovanni Tomasello) che abbia 24 anni di anzianità, percepisce 13.145 euro netti al mese. Ma siccome una sola persona in quel ruolo non bastava, ecco spuntare anche il Segretario Generale Aggiunto, con una busta paga di “soli” 11.308 euro al mese (sempre netti). Per i 90 consiglieri dell'Assemblea siciliana (per inciso: in Lombardia sono dieci in meno, pur avendo il doppio degli abitanti) lo stipendio raggiunge i 9.257 euro netti al mese. Persino lo stenografo non se la passa male: 6.295 euro al mese per i suoi servigi. Da non credersi? Lo preferiremmo. Ma, purtroppo per noi, ecco i dati pubblicati sul sito ufficiale dell'Ars.
Assemblea Regionale Siciliana: ecco gli stipendi
I dati sopra pubblicati parlano anche delle pensioni. In un momento storico dove, tra pensionati ed esodati, si comprende ben poco del futuro di molti italiani, a Palazzo d'Orleans hanno pensato bene di mettere la propria vecchiaia in cassaforte: il Segretario Generale percepirà una pensione mensile netta di 12.263 euro, i consiglieri di 9.517 euro, il famoso stenografo si ritirerà a vita privata con 6.324 al mese in tasca. Giù, fino al personale tecnico amministrativo (3.765 euro netti al mese) e agli assistenti parlamentari (i cosiddetti portaborse, con 3.746 euro di stipendio e 3.439 euro di pensione).
FRÀ INDENNITÀ E RIMBORSI: IL PAESE DEI BALOCCHI – Non è finita qui. Il capitolo indennità e diarie è, se possibile, ancora più interessante (per usare un eufemismo). L'indennità prevista per i consiglieri siciliani è calcolata in base a quella spettante ai parlamentari di Montecitorio. In pratica parliamo delle stesse cifre, corriposte per 12 mensilità. Nel 2011, una delibera della Regione stabilì che le indennità superiori ai 90.000 euro annui venissero decurtate del 10 percento. Sforzo risibile, se paragonato alle cifre da capogiro che ogni consigliere (e ogni impiegato, come abbiamo visto) percepisce mensilmente. L'importo mensile dell'indennità, insomma, è di 5.101 euro. A ciò si aggiunga una diaria che ammonta a 3.500 euro mensili per le spese di soggiorno a Palermo (nel caso di consiglieri non residenti nel capoluogo siculo), il rimborso spese per l'esercizio del mandato parlamentare di 4.180 euro (da versare per il 50 percento al gruppo di appartenenza del deputato regionale, e per l'altro 50 al deputato stesso), il rimborso forfettario annuo di 10.095 euro per le spese di viaggio, i 4.150 euro annui di rimborso per le spese telefoniche, più l'assegno di solidarietà pari all'80 percneto dell'importo lordo di una mensilità, moltiplicato per il numero degli anni di mandato effettivo, ed ecco manifestarsi una certezza: il paese dei balocchi esiste ed è in Sicilia.
Indennità e rimborsi: le cifre
ASSUNZIONI SFRENATE – Il Paese dei balocchi, però, non finisce mai di allargarsi. In periodo di crisi, c'è un ente pubblico anche ancora assume: ed è proprio la Regione Sicilia. È notizia di pochi giorni fa: il presidente Lombardo ha provveduto a firmare 22mila nuove assunzioni “previo superamento di un concorso pubblico per titoli ed esami, in deroga al Patto di Stabilità”. Ad aprile scorso venne infatti approvato il maxiemendamento che assegnava altri 300mila euro all'Aran, l'agenzia per la rappresentanza sindacale in Sicilia, uno dei carrozzoni regionali che ci si proponeva di eliminare e che, invece, ha avuto nuova linfa vitale. Andando nel dettaglio, scopriamo che il governatore ha assunto: 157 nuovi autisti, 55 sorveglianti di musei (in una regione dove se ne contano già 1.600) e circa 30 “camminatori”: una figura professionale che, ufficialmente, si indica come “commessi di piano”. In pratica: hanno semplicemente il compito di trasferire da un ufficio all'altro i documenti della Regione. Niente di scandaloso, se non fosse che l'Ars conta oltre 16.000 dipendenti (strapagati, giova ricordarlo), cui si aggiungono i 1.900 dirigenti. Eppure le leggi approvate dall'Assemblea sono pochine, se rapportate a questa selva di consiglieri, amministratori, dipendenti e dirigenti. Andiamo a vedere i numeri nel dettaglio.
SIcilia: numero consiglieri e leggi approvate in confronto alle altre regioni italiane
LA MOLTIPLICAZIONE DEGLI ENTI – La questione delle società partecipate in Sicilia è un punto dolente che gli amministratori di Palazzo d'Orleans si guardano bene dall'affrontare. In tutto sono 31 gli enti di cui si vocifera un taglio drastico ormai da tempo, ma che al contrario continuano a vivere, floridi e felici. Si comincia, tanto per fare solo qualche piccolo esempio, con il Maac, il consorzio che da 28 anni cerca di far sì che venga costruito il mercato agroalimentare di Catania. Fino a oggi è costato la bellezza di 28 milioni di euro: ha quattro impiegati e cinque consiglieri di amministrazione. Sembra una barzelletta, ma è tutto vero. A sottolinearlo è la Commissione per le Attività produttive della regione. Altri esempi riguardano il credito alle piccole e medie imprese di cui si occupano l'Irfis e la Cape, azienda con 5 dipendenti e altrettanti amministratori. In tutto 14 milioni investiti che, fino a oggi, non hanno sortito risultati apprezzabili. E poi: la Sicilia Patrimonio Immobiliare, guidata (sempre secondo la Commissione Attività Produttive) da un presidente che guadagna 105.794 euro l'anno, costituita nel 2006 per vendere palazzi dismessi della Regione ma che, fino a oggi, non ha effettuato alcuna transazione. Così come la Beni Culturali: 1.099 dipendenti messi a gestire i siti archeologici dell'isola. Il solo Palazzo Mirto a Palermo, ad esempio, conta la bellezza di 23 custodi.
IL BUCO DELLA SANITÀ SICILIANA – Dagli stipendi di Palazzo d'Orleans ai servizi per i cittadini c'è un abisso di vaste proporzioni. A cominciare dalla sanità in regione, dove i buchi diventano di giorno in giorno sempre più profondi. Nel 2008, la Corte de Conti ha descritto minuziosamente il panorama sanitario siciliano, dove in un solo anno la spesa è aumentata dell'8 percento, raggiungendo gli 8 miliardi e 500 milioni. Secondo il procuratore generale Giovanni Coppola, questa cifra è stata spesa non per assicurare un miglior servizio sanitario, ma semplicemente per moltiplicare le convenzioni esterne con laboratori e case di cura private, che ad oggi risultano ben 1.800: «Avete un mandato politico chiaro: quello di riorganizzare le aziende, riqualificare la spesa e potenziare l'offerta sanitaria nel rispetto delle regole e dei principi della meritocrazia», affermò l'assessore regionale alla Sanità, Massimo Russo, che non le manda a dire sul sistema sanitario in regione: «La Sicilia è al primo posto per prestazioni sanitarie inappropriate e inadeguate, e nelle prime posizioni per i costi della farmaceutica e dei servizi sanitari». La giostra delle assunzioni, d'altra parte, non risparmia nemmeno la sanità. Un solo esempio: in Sicilia sono presenti 256 ambulanze del 118. Ebbene, per guidare questi mezzi, sono stati assunti, negli ultimi due anni, 3.360 autisti. Il doppio dei dipendenti del 118 in tutte le altre regioni d'Italia. Un carosello di sprechi e malgoverno, secondo quanto descritto nel Libro Bianco stilato dal consigliere di Sicilia Vera Cateno De Luca.
Il Libro Bianco degli Sprechi nella Regione Sicilia