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Turchia, ultimatum all’Ue: esenzione dai visti o salta l’accordo sui rifugiati

La provocazione arriva dal ministro degli esteri Mevlut Cavusoglu nel corso di una intervista rilasciata ad un quotidiano tedesco, anche se sottolinea che non si tratta di una minaccia. “Accogliete la nostra proposta entro ottobre oppure non riconosceremo l’accordo firmato il 18 marzo scorso”.
A cura di Ida Artiaco
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Nuove minacce all'Unione europea in arrivo dalla Turchia. "Se i nostri cittadini – fanno sapere da Ankara – non saranno esentati dal visto per entrare nell'Unione europea entro il prossimo mese di ottobre, la Turchia non riconoscerà più la convenzione con Bruxelles sui rifugiati, firmata lo scorso 18 marzo". E' questo quanto annunciato dal ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu: la dichiarazione è contenuta in una intervista al giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz). Le tensioni dopo il tentato golpe dello scorso 15 luglio, dunque, non sembrano per nulla diminuire.

Tuttavia Cavusoglu ha tenuto a sottolineare che questa non è una minaccia, anche se solo apparentemente. "Se non si arriva alla liberalizzazione dei visti dovremo ricusare l'accordo sui rifugiati, che funziona perché la Turchia ha intrapreso misure serissime, compresa la lotta contro i trafficanti di uomini", ha sottolineato più volte il ministro. Ma tutto questo, ammonisce, "dipende dall’esenzione dei visti per i nostri cittadini, prevista anche dall’accordo del 18 marzo". Per questo, Ankara si aspetta "un termine fisso", tra l'inizio e la metà del prossimo mese di ottobre, a partire dal quale i turchi non avranno più bisogno del visto per entrare nei Paesi dell'Ue.

Si tratta dell'ennesima provocazione nei confronti di Bruxelles, di cui si attende ora una risposta. La notizia arriva proprio nel giorno in cui migliaia di cittadini turchi a Colonia, in Germania, sono scesi in piazza per ribadire l'appoggio al presidente Recep Tayyp Erdogan. In questa regione del Nord Reno-Westfalia si concentra oltre un terzo dei circa tre milioni di turcofoni che vivono in tutto il Paese, rappresentando la più nutrita etnia dopo quella tedesca.

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