Turchia, dopo il golpe anche la polizia nel mirino: sospesi oltre 7000 agenti
È ancora altissima la tensione in tutta la Turchia dopo il fallito colpo di stato da parte dei militari, concluso con un bagno di sangue e migliaia di arresti tra i soldati. Dopo il ritorno al potere, infatti, è il momento della resa dei conti tra il Presidente Erdogan e i suoi oppositori interni, non solo militari. Come aveva promesso subito dopo il fallito golpe, Erdogan infatti è intenzionato a farla pagare agli insorti e da ore nel Paese è scattata una sorta di caccia all'uomo che ha preso di mira non solo generali ma anche giudici e giornalisti contrari al governo. "Elimineremo il virus da tutte le istituzioni pubbliche" aveva detto il presidente e dopo il golpe ad annunciare il repulisti è il ministro della Giustizia, Bekir Bozdag, che ha dichiarato: "Ci sono circa 6 mila arresti e ce ne saranno altri 6 mila. Continuiamo a fare pulizia".
Le autorità locali questa mattina hanno anche aggiornato nuovamente anche il bilancio delle vittime del fallito colpo di stato annunciando che i morti sono stati almeno 312 di cui 145 civili, 60 poliziotti, 3 soldati e 104 golpisti, mentre i feriti sono stati 1491. Secondo il premier Binali Yildirim, è salito a 7.543 il numero delle persone arrestate finora in Turchia per il golpe fallito. di questo oltre 6mila sono militari. Il governo ha introdotto anche una nuova regolamentazione che vieta l’espatrio ai dipendenti pubblici, con alcune eccezioni per alcuni passaporti speciali, che necessiteranno comunque della previa approvazione dell’istituzione presso cui si lavora.
Nonostante il rafforzamento del Presidente, nel Paese la situazione però è tutt'altro che tranquilla. A riconoscerlo sono le stesse autorità governative che invitano le persone a rimanere in piazza. "È stato evitato il golpe, ma non possiamo dire che la minaccia sia finita, per questo vi chiediamo di seguire attentamente ogni dichiarazione del presidente e di rimanere nelle piazze fino a quando il presidente non dirà ‘Ok, ora potete tornare a casa' ", ha dichiarato ad esempio il ministro della Difesa turco, Fikri Isik, parlando ai manifestanti filogovernativi riuniti davanti alla residenza del Presidente.
Turchia: nel mirino anche la polizia
Per lo stesso motivo probabilmente circa duemila agenti delle forze speciali della polizia sono stati inviati a Istanbul dalle province vicine per presidiare la città. Gli agenti hanno preso posizione nelle strutture critiche e il capo della polizia ha ricevuto l'ordine di abbattere qualsiasi elicottero in volo senza autorizzazione. Del resto poche ore fa si sono registrati altri scontri a fuoco tra la polizia e alcuni golpisti. In particolare la forze di sicurezza si sono scontrate con gli insorti all'aeroporto di Sabiha Gokcen e secondo i media turchi altre violenze sono andate in scena nella base aerea di Konya.
Intanto le purghe governative non hanno risparmiato nemmeno la polizia, generalmente al fianco del governo durante il tentativo di colpo di stato dei militari. Oltre 7850 agenti infatti nelle scorse ore sono stati sospesi dal servizio e costretti a riconsegnare armi e distintivi. La decisione è stata comunicata ai dipartimenti locali dal capo della polizia, Mehmet Celalettin Lekesiz. La decisione potrebbe portare anche ad arresti nelle prossime ore. Perquisizioni sono state effettuate anche nella base aerea di Incirlik, usata anche dalle forze Nato per bombardare le postazioni dei jihadisti in Siria e in Iraq. Secondo il governo la base sarebbe stata utilizzata per rifornire di carburante gli aerei e gli elicotteri usati dai golpisti.
Merkel avverte Erdogan: "Con pena di morte Ankara non entra in Europa"
Arresti a raffica che sembrano ora preoccupare la comunità internazionale. In particolare Dopo le ipotesi di introdurre la pena di morte contro i golpisti, dall'Ue è arrivato un monito ad Ankara. Reintroduzione la pena di morte in Turchia significherebbe "la fine delle trattative per l'ingresso nell'Unione europea", ha avvertito infatti la cancelliera tedesca, Angela Merkel, seguita a ruota dall'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell'Ue, Federica Mogherini. Anche Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ha dichiarato che Ue e Stati Uniti esortano la Turchia a rispettare lo stato di diritto. "Siamo stati molto chiari nel condannare il tentativo di golpe militare, e siamo molto chiari nel dire che la reazione a questo golpe non può essere una reazione di vendetta, L'Ue non può accettare lap ena di morte", ha dichiarato invece il nostro Ministro degli esteri Gentiloni, aggiungendo: "Abbiamo parlato ripetutamente con i colleghi del governo turco e abbiamo avuto rassicurazioni sul fatto che la loro risposta sarà orientata al rispetto dello stato di diritto, ma sinceramente vediamo dei segnali che vanno in una direzione molto diversa".
La situazione politica in Turchia ovviamente pesa anche sui mercati finanziari con la Borsa di Istanbul che oggi ha perso ancora facendo registrare un nuovo calo record del 7,14%. Si tratta del maggior ribasso ultimi 3 anni. Al contrario invece a lira turca si è apprezzata ed è stata scambiata sui mercati a 2,984 rispetto al biglietto verde con un guadagno all'1% dopo aver toccato anche il +2,9% questa mattina. Il recupero però è decisamente inferiore al tracollo registrato a seguito delle prime notizie sul fallito golpe