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Tunisia, la mente della strage del Bardo ora ha un volto

Sarebbe stato identificato lo stratega dell’attentato al museo di Tunisi, dove furono uccisi anche quattro italiani. Diffusa la sua foto segnaletica.
A cura di Susanna Picone
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Ha un volto e un nome quello che è considerato la “mente” della strage al Museo del Bardo di Tunisi avvenuta il 18 marzo del 2015. Si tratta di Shamseddine Al Sandi. La sua foto segnaletica è stata diffusa all’Interpol dopo che, a quasi due anni dalla strage, sembra ormai certa la sua responsabilità. A parlare della presunta mente della strage la Bbc durante un programma di giornalismo investigativo. La tv inglese spiega che l’uomo sarebbe stato identificato grazie alla “confessione” di qualche jihadista tornato in Tunisia. Esisterebbero le prove dei suoi incontri nei pressi di alcune moschee e ai tavolini dei caffè, coi terroristi che assaltarono il centro della capitale della Tunisia. A tutti l’uomo avrebbe dato armi, denaro, indicazioni e consegne. “Sì, è vero – ha detto un portavoce della procura di Tunisi -, il nome di Shamseddine Al Sandi non è sconosciuto alla giustizia ed è al centro delle nostre indagini”. Le ultime indicazioni danno il ricercato in Libia, affiliato alle milizie dello Stato islamico fuoruscite da Sirte. Oltre che la mente degli attacchi Shamseddine è considerato l’uomo che addestrò Seifeddine Rezgui, che a Sousse sterminò i bagnanti prima che la polizia riuscisse a ucciderlo.

Gli attentati al Bardo e sulla spiaggia di Sousse

L'attentato al museo nazionale del Bardo è avvenuto nella mattinata del 18 marzo 2015. Nell'attacco sono morte 24 persone, tra cui 21 turisti. Tra le vittime si contano anche quattro italiani. La strage è stata poi rivendicata dallo Stato Islamico. A Sousse, nel giugno dello stesso anno, la strage in spiaggia quando alcuni uomini armati di kalashnikov nascosti dagli ombrelloni hanno iniziato a sparare sulla folla. Almeno 38 le vittime. Anche in questo caso è l’Isis ad aver rivendicato sui social media la paternità dell’attentato.

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