Tunisia, ancora scontri e la moglie di Ben Ali scappa con tonnellate d’oro
Tunisia ancora nel caos. Dopo gli scontri violenti dei giorni scorsi, anche ieri una vera e propria battaglia si è combattuta per ore tra l'esercito e gli uomini della Guardia presidenziale, fedeli a Ben Ali, i quali, dopo 23 anni di dominio incontrastato, non avevendo nessuna voglia di arrendersi e di perdere i propri privilegi si erano asserragliati nel palazzo presidenziale di Cartagine, nei sobborghi della capitale, scatenando un violentissimo scontro a fuoco.
Quasi impossibile capire quante siano le persone morte fino a questo momento nella rivoluzione tunisina e di ora in ora aggiornamenti sugli scontri riportano la morte di manifestanti, poliziotti, nonchè di personaggi legati al vecchio regime come Imed Trabelsi, nipote della moglie dell’ex presidente Ben Ali e noto uomo d’affari, morto nell’ospedale militare di Tunisi dopo essere stato accoltellato due giorni fa o di persone che hanno perso la vita per documentare la drammatica situazione del paese nordafricano come il fotografo francese, Lucas Mebrouk Dolega, 32 anni, morto in seguito alle ferite subite venerdì scorso dallo scoppio di una granata lacrimogena. Ad aggravare la situazione anche il dilagare della criminalità in tutto il paese tanto che gruppi di civili si sono organizzati per l'autodifesa dalle bande armate che imperversano nelle città, sparando e organizzando rapine e saccheggi.
Nonostante tutto, però, uno spiraglio di luce sembra aprirsi per la Tunisia ed oggi il primo ministro Mohamed Ghanuchi annuncerà un Governo di unità nazionale nel quale, per la prima volta nella storia del paese, parteciperà l'opposizione. Lo stesso Ghanuchi ha assicurato inoltre che non vi saranno persone vincolate al vecchio regime, lui compreso, per arrivare così entro sei mesi alle elezioni legislative e presidenziali, aggiungendo anche che saranno riformate la costituzione e la legge elettorale affinchè i partiti di opposizione possano presentare i propri candidati, cosa che l'attuale sistema non permette favorendo così il partito unico del "Raggruppamento Costituzionale Democratico" (RCD).
Intanto, secondo un articolo apparso sul sito del giornale francese Le Monde, sembra che anche la moglie del presidente deposto, Leila Ben Ali, abbia lasciato il paese raggiungendo il marito, non prima, però, di essersi fatta consegnare dal Banco tunisino, 1,5 tonnelate d'oro per un valore di 45 milioni di euro.