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Tsunami in Indonesia: 281 morti, oltre mille feriti. Nessuna allerta prima del disastro

All’origine della sciagura l’onda provocata da frane sottomarine innescate dall’eruzione del vulcano Krakatoa. E si teme che i numeri delle vittime siano destinati ad aumentare. Centinaia gli edifici distrutti.
A cura di Biagio Chiariello
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 281 morti. Sale ancora il bilancio dello tsunami che si è abbattuto sabato sera sullo Stretto della Sonda, in Indonesia. Si parla di oltre mille feriti e di 57 dispersi. Lo rende noto il portavoce dell'Agenzia per la gestione dei disastri dell'Indonesia, Sutopo Purwo Nugroho. Stando alle autorità locali, lo tsunami è stato probabilmente innescato dall’eruzione del vulcano Anak Krakatau. L’ipotesi è che una frana sottomarina provocata dall'esplosione abbia generato l'onda anomala che si è abbattuta sulla spiaggia appena ventiquattro minuti dopo. Una forza della natura che ha devastata oltre 500 case sul lungomare, danneggiando pesantemente anche nove hotel, una sessantina di ristoranti e 350 barche. E prima del disastro non è stata lanciata nessun allerta. Pare che in realtà il sistema di allarme nelle zone devastate dallo tsunami non fosse operativo "dal 2012″a causa della scarsità di fondi, atti di vandalismo e problemi tecnici", come affermato dallo stesso Nugroho.

Il presidente indonesiano Joko Widodo, in visita alla provincia di Sulawesi Meridionale, ha espresso le proprie condoglianze ai familiari delle vittime, ed ha ordinato a “tutti i funzionari governativi competenti di adottare immediatamente le misure di emergenza di ricerca delle vittime e di soccorso ai feriti”.  Il ministero del Turismo dell’Indonesia ha inaugurato un’unità di crisi dopo lo tsunami, che ha colpito le province di Banten, sull’isola di Giava, e Lampung, su quella di Sumatra. L’unità lavorerà con l’Agenzia e con gli altri enti impegnati sul campo nonché con portatori di interesse nel settore turistico, con l’obiettivo di raccogliere informazioni sull’impatto della sciagura.

Intanto, le autorità hanno consigliato alla popolazione dell'area di “allontanarsi dalle spiagge". Lo tsunami è arrivato all'improvviso e ha spazzato via tutto ciò che ha trovato sul proprio cammino, facendo sentire la sua forza anche quando si è ritirato, trascinando con se in mare cose e persone. "Erano due onde, la seconda molto più potente della prima. Ho dovuto correre, mentre l'onda superava la spiaggia e si abbatteva 15-20 metri nell'entroterra", ha scritto su Facebook il fotografo norvegese Oystein Lund Andersen.

Al popolo indonesiano è arrivata la solidarietà da tutto il mondo. Papa Francesco ha lanciato un appello affinché "non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità Internazionale". L'Ue ha fatto sapere di essere pronta "a fornire qualsiasi assistenza richiesta", e il presidente Usa Donald Trump ha parlato di "devastazione impensabile". Anche il premier Giuseppe Conte si è detto vicino “al popolo indonesiano in questo momento di profondo lutto”.

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