Trump firma decreto sul clima: più libertà a chi estrae carbone e petrolio
Sono bastati pochi mesi a Donald Trump per dare una spallata all'adesione degli Stati Uniti agli accordi di Parigi sul clima: il presidente USA, infatti, ha di fatto svuotato di ogni rilevanza le norme approvate dal suo predecessore a favore di una produzione industriale più compatibile con l'ambiente in quella che è la seconda nazione al mondo per emissioni di anidride carbonica dopo la Cina. "La mia azione oggi è un altro passo verso la creazione di posti di lavoro. Basta con chi rubava la nostra prosperità. Oggi comincia una nuova rivoluzione energetica”, ha detto Trump, che però come per le leggi sull'immigrazione dovrà vedersela nei prossimi mesi con una serie di ricorsi da parte di numerosi stati – ad esempio la California – e organizzazioni ambientaliste.
L'ordine esecutivo firmato ieri da Trump durante una cerimonia in cui ha invitato una delegazione di minatori cancella le restrizioni per le centrali a carbone imposte dal Barack Obama: "Voglio ringraziarvi perché avete attraversato tempi duri. Ma da oggi creiamo nuovi posti di lavoro grazie alle energie fossili. L’America ricomincia ad essere vincente, con gas e petrolio”. Il ricorso alle energie rinnovabili sembra essere stato accantonato definitivamente a favore di un ritorno agli strumenti del passato, come carbone e petrolio. Con l'Energy Independence Order voluto da Trump le principali restrizioni agli agenti inquinanti vengono ignorate e di fatto sarà possibile per le multinazionali energetiche cercare trivellare liberamente. "E’ finita l’intrusione del governo – proclama Trump – perché quelle regolamentazioni uccidevano il lavoro. Celebriamo una nuova era per l’energia americana”.
Con un semplice tratto di penna, dunque, Donald Trump ha di fatto cancellato le norme che restrizioni che gli Stati Uniti avevano deciso di adottare per rispettare gli accordi sul clima di Parigi. Il presidente ha abolito le misure imposte da Obama che limitavano le trivellazioni costiere, ma anche quelle sui permessi di sfruttare miniere nelle terre di proprietà pubblica (federale) e sulle emissioni di inquinanti dagli oleodotti. I provvedimenti del presidente degli Stati Uniti trovano il sostegno del Partito Repubblicano, nelle cui fila militano non pochi personaggi che nel tempo hanno sposato le tesi negazioniste rispetto ai cambiamenti climatici.
