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Trivellazioni nel Mar Ionio, Di Maio approva. Ministero Ambiente: “Mai firmate autorizzazioni”

Il Ministero dello Sviluppo Economico guidato da Luigi Di Maio ha autorizzato le trivellazioni per la ricerca di petrolio nel Mar Ionio. Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “Iter obbligatorio, eredità del precedente governo”.
A cura di Davide Falcioni
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Mentre è ancora in atto il braccio di ferro sulla sorte di 49 migranti da settimane a bordo delle navi di due Ong, e a pochi giorni dall'approvazione – non priva i polemiche – della Legge di Bilancio, per il governo giallo-verde, ma soprattutto per il Movimento 5 Stelle, è in arrivo una nuova bufera. Il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico, facente capo a Luigi Di Maio) ha dato il via libera all'iter per nuove trivellazioni nel Mar Ionio, nonostante negli anni i cinque stelle si siano fortemente caratterizzati per la loro netta contrarietà a progetti di estrazioni di fonti fossili in mare.

A sollevare il caso è Angelo Bonelli, segretario dei Verdi: "Il ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio ha dato il via libera alle trivelle per la ricerca del petrolio nel mar Ionio. In data 31 dicembre 2018 è stato pubblicato sul BUIG (bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle geo risorse) che autorizza tre nuovi permessi (F.R43-44-45.GM) di ricerca petrolifera su una superficie complessiva di 2200 km/q a favore della società americana Global MED LLC, con sede legale in Colorado, Usa". E spiega: "La ricerca autorizza l'uso dell'air gun, le bombe d'aria e sonore, che provocano danni ai fondali e alla fauna ittica: è il regalo di Luigi Di Maio alla Puglia e alla Basilicata dopo Ilva e le autorizzazioni alla Shell rilasciate dal ministero dell'Ambiente".

Sulla vicenda è intervenuto, per conto del governo, il ministro dell'ambiente Sergio Costa: "Mai ho firmato autorizzazioni a trivellare il nostro Paese e i nostri mari e mai lo farò. I permessi rilasciati in questi giorni dal ministero dello Sviluppo economico sono purtroppo il compimento amministrativo obbligato di un sí dato dal ministero dell'Ambiente del precedente governo, cioè di quella cosiddetta sinistra amica dell'ambiente". Le rassicurazioni del Ministro tuttavia potrebbero non bastare: i No Triv, infatti, sono già sul piede di guerra soprattutto alla luce del "tradimento" rimediato da un altro movimento ambientalista, quello dei No Tap, che hanno dovuto "incassare" il via libera dell'esecutivo a un progetto nei confronti del quale il Movimento 5 Stelle si era sempre dichiarato fortemente contrario.

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