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Tripoli libera, Gheddafi rovesciato: Quale futuro per la Libia?

Le divisioni all’interno del Consiglio Nazionale di Transizione, che sta per prendere il potere nella capitale, pongono diversi interrogativi sul futuro della Libia. Ora che Tripoli è in mano ai ribelli, che succederà nel post-Gheddafi?
A cura di Biagio Chiariello
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I ribelli sfondano a Tripoli , feste e spari nelle strade

Non c'è dubbio che la fine del regime di Gheddafi sia più vicina. Tra i combattimenti dei piccoli gruppi di ribelli a Tripoli e le altre più grandi unità che si stanno facendo strada verso la capitale della Libia, il sovrano dittatore è sempre più sotto pressione, a pochi giorni dal 1° settembre – anniversario del colpo di stato che nel 1969 lo fece salire al regno.

Supponendo che Gheddafi cada, gli insorti dovrebbero rapidamente riempire il vuoto di potere. Il principale gruppo di ribelli – il Consiglio Nazionale di Transizione – con sede a Bengasi nell'est del Paese, è costituito da ministri del governo precedente che hanno tradito, e figure dell'opposizione di lunga data, che rappresentano una vasta gamma di punti di vista politici, tra cui nazionalisti arabi, islamici, laici, socialisti e uomini d'affari. Le loro forze militari si identificano in un mosaico di gruppi armati, ex soldati e milizie freelance, tra cui bande di quartiere ed ex membri di un gruppo di guerriglia islamista schiacciato da Gheddafi nel 1990.

Le sfide che dovranno affrontare dopo l'eventuale fine della guerra civile libica non saranno meno impegnative di quelle portate avanti sinora. L'economia è in tumulto, le comunicazioni sono interrotte, i servizi pubblici sono danneggiati e gruppi armati pro-Gheddafi continueranno a scorazzare per il Paese.

Tripoli libera

Libia, crolla il regime di Gheddafi: la capitale in mano ai ribelli

"Sono molto preoccupato sul fatto che si riesca ad evitare quanto accaduto in Iraq e si porti avanti una transizione politica chiara e lineare. Ci potrebbero essere seri disordini", ha detto Oliver Miles, ex ambasciatore britannico in Libia.

UN BISOGNO DI "FIGURE PATERNE"

In tal senso, una rapida vittoria a Tripoli è una cosa che potrebbe aiutare. Ne gioverebbe il clima politico nei ranghi ribelli, aumentando la possibilità di una limpida transizione post-Gheddafi, dicono gli analisti.

Secondo Saad Djebbar, avvocato algerino che due anni fa ha negoziato il rilascio da una prigione scozzese di Abdelbaset al-Megrahi, ciò contribuirebbe anche a portare gli anziani provenienti da tutta la Libia e le  persone "che occupano posizioni rispettate nella società, ad agire come padri del nazione ".

"Il loro compito sarà quello di evitare un vuoto e fornire un punto di incontro per tutti i libici. La necessità è quella di evitare un vuoto (come in Iraq dopo Saddam), in modo che i risultati ottenuti possano essere condivisi da tutti."

I ribelli sfondano a Tripoli , feste e spari nelle strade

Il CNT ha passato mesi a lavorare su un piano post-Gheddafi che prevede l'istituzione di un'autorità costituzionale e di elezioni sotto la supervisione delle Nazioni Unite. Negli Emirati Arabi Uniti, l'ambasciatore libico Aref Ali Nayad, tra le file dell'opposizione, ha detto ai giornalisti che una squadra di 70 persone, il Libya Stabilisation Team, è stata messa in piedi per vigilare sulla transizione post-bellica, assicurando sicurezza, salute, istruzione e infrastrutture. "Ci aspettiamo che le attuali forze di sicurezza interne ed esterne rimangano nei loro uffici dopo Gheddafi. A cambiare dovrà essere solo la loro fedeltà", ha detto Nayad.

Un piano promettente, anche se è ancora molto incerto, fanno sapere dall'occidente.
"Il CNT stanno lavorando sodo sulla pianificazione per il D-Day che potrebbe essere già oggi, anche se sono convinto che non sarà così", ha detto l'ex ambasciatore britannico Miles. "Affermano di un comitato in grado di gestire l'alimentazione, l'acqua e la forze dell'ordine. Non vogliono tagliare fuori nessuno dal loro progetto, perchè sono convinti che se si escludono coloro che hanno lavorato per Gheddafi allora si esclude l'intera popolazione. Sono determinati nel portare avanti questo messaggio. Ma è bene dire che sono per lo più le parole".

I ribelli sfondano a Tripoli , feste e spari nelle strade

CONTRASTI TRA I RIBELLI

Un segno di divisione tra i ranghi ribelli è arrivato il 28 luglio, quando il comandante militare dei ribelli Abdel Fattah Younes è stato assassinato dopo essere stato arrestato per un interrogatorio a Bengasi. I leader dell'opposizione hanno collegato l'uccisione di Younes ad elementi fedeli a Gheddafi, ma si è vociferato che l'omicidio fosse l'esito di una faida interna agli insorti. Si è vociferato di presunti legami tra alcuni suoi parenti e il regime di Gheddafi, e quindi di fare il doppio gioco per conto di Tripoli. Altre voci, non confermate, riferiscono addirittura che Younes era stato arrestato per contrabbando d'armi e spionaggio.

Ashour Shamis, attivista dell'opposizione, ha detto che le fratture sono state causate dalla mancanza di progressi militari a est. Ma l'avanzata su Tripoli lascia intendere che quei problemi stanno ormai svanendo, ha sostenuto. "Con Tripoli conquistata, le dinamica cambieranno. Il Consiglio Nazionale di Transizione si rinnoverà. C'è un sacco di movimento tra Bengasi e Tripoli. Ci sono buoni contatti."

CONFLITTO FINALE

Gheddafi ha ancora alcune carte. Le sue linee di comunicazione possono essere interrotte a livello nazionale, ma sono sicuramente molto salde nella capitale. Si presume inoltre che possa avere molte spie in città. Assumendo che sia ancora a Tripoli, ci sono comunque molti luoghi dove si può spostare, tra cui la sua città, Sirte, Sebha o all'interno del Paese.

Ma per gli osservatori esterni, una delle indicazioni più significative del collasso del regime è stato il crescendo di defezioni dei lealisti come ex vice di Gheddafi, Abdel Salam Jalloud. Quest'ultimo, secondo gli analisti, aveva tentato di fuggire almeno tre volte in precedenza durante la ribellione. Ma la capacità di Gheddafi di mantenere i suoi "fedeli" in Libia contro la loro volontà sembra essere quasi scomparsa.

"Gli anni di brutalità, e la necessità di impedire un ritorno al potere di Gheddafi, uniranno il popolo", ha detto Djebbar.

Ma la domanda è: il popolo libico riuscirà a restare unito una volta che il despota se ne sarà andato?

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