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Trieste, il “gioco del rispetto” dei bimbi all’asilo non è una lezione porno

All’asilo i piccoli scolari si scambiano i vestiti per la “parità di genere” e per combattere gli stereotipi, ma i genitori e la diocesi insorgono anche a seguito delle voci su presunti “toccamenti”. Ma l’iniziativa riguarda solo le pari opportunità tra uomini e donne. Nessun riferimento al mondo omosessuale o addirittura al mondo della pedofilia.
A cura di Biagio Chiariello
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LA Regione FVG e il Comune di Trieste finiscono nell'occhio del ciclone per l'iniziativa, riguardante 45 scuole dell’infanzia di Trieste, che mira “a verificare le conoscenze e le credenze di bambini e bambine su cosa significa essere maschi o femmine, a rilevare la presenza di stereotipi di genere e riorganizzare i loro pensieri, offrendo ai bambini anche un punto di vista alternativo rispetto a quello tradizionale”. Così negli asili di Trieste ai maschietti verranno fatti indossare vestiti da principessa, alle femminucce da cavaliere. L’invito, secondo il programma pedagogico della Regione Friuli Venezia Giulia (Pari e Dispari, il Gioco del rispetto), è appunto quello di far convivere i bambini fin dalla tenera età con lo scambio dei ruoli e dei generi ed ad abbattere così stereotipi e preconcetti di cui l’Italia abbonda: si gioca a disegnare la mamma munita degli attrezzi del meccanico o dell’idraulico, il padre alle prese con il ferro da stiro.

E’ Repubblica che spiega il Gioco del Rispetto negli asili triestini: “Agli asili sarà presto distribuito un kit che contiene i giochi. Nella parte iniziale si domanda alle maestre di compilare una serie di schede “di osservazione” in classe. Del tipo: “Quanto è diffuso l’uso del rosa, fucsia, blu e nero?”. Ancora: “Quali giochi genderizzati, come passeggini e cosmetici, sono presenti?”. “Capita che i maschi provino travestimenti?”. Ai bimbi invece andranno poste altre domande, come una sorta di intervista, peraltro da filmare: “Come si può distinguere un bambino o una bambina? C’è qualcosa che non è permesso indossare?”. Al termine delle quali, per rinforzare la percezione, è possibile “esplorare i corpi dei compagni”, e “ascoltare il battito del cuore”. Ai bambini verranno fatti indossare costumi diversi dal genere a cui appartengono. Quindi “per rinforzare la percezione, è possibile ‘esplorare i corpi dei compagni’, e ‘ascoltare il battito del cuore’. È un modo per ‘far notare che quanto si prova è uguale per maschi e femmine’”, si legge su Repubblica.

Quest’ultima parte del gioco ha scatenato una vera rivolta tra i genitori. Anche la diocesi di Trieste ha commentato negativamente, tanto da costringere ad una precisazione il vicesindaco di Trieste Fabiana Martini:

Nella scuola dell’infanzia comunale a cui fa riferimento l’estensore dell’articolo (e così avverrà in tutte le altre interessate dal progetto) la coordinatrice ha predisposto il seguente percorso prima dell’avvio in fase sperimentale de “Il gioco del rispetto”:
1. affissione all’albo genitori di un avviso informativo sulla formazione avviata e sul gioco (in allegato)
2. gioco messo in visione delle famiglie (con nota esplicativa della coordinatrice)
3. convocazione di un collegio docenti dedicato all’argomento (tenutosi nel pomeriggio di ieri, mercoledì 4 marzo)
4. riunione plenaria dei genitori (convocata per mercoledì 11 marzo)
5. a seguire Consiglio della scuola
6. autorizzazione scritta dei genitori favorevoli
7. organizzazione delle attività alternative per i bambini le cui famiglie si dichiareranno contrarie alla partecipazione dei loro figli a quest’attività.
Parlare di mancanza di trasparenza, o di finta trasparenza, e di attività proposta a insaputa dei genitori significa, pertanto, affermare il falso.
È vero, come è stato scritto, che l’attività non è stata inserita nel POF della scuola, in quanto la proposta di adesione è arrivata successivamente alla scadenza di approvazione: proprio per questo l’attività ha carattere facoltativo, sperimentale, e prevede un’attività alternativa.

Va detto che l’iniziativa è facoltativa. Non è obbligatorio parteciparvi per insegnanti e genitori dei piccoli coinvolti. Fabiana Martini precisa poi che il progetto insegna a riflettere sul gender gap delle donne italiane, che le vede mobbizzate sul lavoro a causa della maternità e che le vede guadagnare il 20% in meno rispetto agli uomini. Il progetto invita a prevenire gli stereotipi che vedono le donne ritratte come esseri “da cucina”. Insomma nessuna iniziativa da parte della Regione FVG o del Comune di Trieste prevede toccamenti tra i bambini degli asili o pornografia. Gli unici momenti in cui i bambini si toccano tra di loro è per sentire il battito del cuore dell’altro e sentirne il respiro, allo scopo di far intendere ai bambini che i corpi funzionano nello stesso modo. Riportiamo il comunicato del Comune di Trieste del 5 marzo 2015:

CHE COS’È IL GIOCO DEL RISPETTO
Il Gioco del rispetto è un insieme di proposte di gioco per i bambini e le bambine delle scuole dell’infanzia, studiato per trasmettere loro il concetto dell’uguaglianza tra uomini e donne, così come sancito dalla Costituzione Italiana. Attraverso il gioco, i bambini e le bambine apprenderanno che possono e devono avere gli stessi diritti di scegliere in futuro la professione che li realizzerà, così come da piccoli scelgono i giochi da fare a casa.
L’obiettivo del Gioco del rispetto è di trasmettere il valore delle pari opportunità di realizzazione dei loro sogni personali, sia che siano maschi, sia che siano femmine.
Il Gioco del rispetto lavora per l’abbattimento di tutti quegli stereotipi sociali che imprigionano maschi e femmine in ruoli che nulla hanno a che vedere con la loro natura. Ad esempio, si mette in discussione lo stereotipo per cui i padri debbano essere dediti soltanto al lavoro e possano dedicare solo pochi minuti al giorno ai loro figlicosì come le madri non siano in grado di ricoprire posizioni di responsabilità all’interno delle aziende.
L’obiettivo è quindi quello di riequilibrare quella disparità tra uomini e donne che tanti danni sta oggi creando alla nostra società, sia dal punto di vista culturale e sociale, sia dal punto di vista economico, fino a sfociare in episodi di violenza di vario tipo.
Il Gioco del rispetto è un progetto frutto di mesi di lavoro che ha anche valenza scientifica, soprattutto per l’attenzione alla misurazione dei risultati.

CHE COSA NON È IL GIOCO DEL RISPETTO
Il Gioco del rispetto non affronta né i temi della sessualità, né quelli dell’affettività. Tra le proposte di gioco non ce n’è nessuna che riguardi l’educazione sessuale, né si toccano i temi dell’omosessualità, della corretta o non corretta composizione della famiglia.
Ciò che erroneamente e in malafede viene fatto passare come “gioco del dottore”, estrapolando frasi avulse dal contesto, è in realtà l’ennesima proposta di gioco che mira a evidenziare la capacità dei maschi di provare emozioni al pari delle femmine, per abbattere quindi lo stereotipo che vuole gli uomini privi del loro lato emotivo. Far sentire che i cuori dei bambini e delle bambine battono nello stesso modo, vuole accentuare la loro uguaglianza. Qualsiasi tentativo di attribuire malizia a questa proposta di gioco è perciò fuori luogo e offensivo nei confronti del valore educativo e scientifico del progetto.
Il Gioco del rispetto è un progetto completamente estraneo al recente e controverso dibattito sul gender ed è sufficiente documentarsi per averne evidenza.

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