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Tria invia lettera alla Commissione Ue: nessun taglio a Rdc e Quota 100

Tria ha inviato la lettera a Bruxelles, per rispondere ai rilievi sollevati sul debito dalla Commissione Ue: nel documento non ci sono il riferimento ai tagli al welfare e a reddito di cittadinanza e quota 100. “il Governo sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie”, si legge.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha inviato alla Commissione europea la lettera di risposta ai rilievi sollevati sul debito. La lettera è accompagnata da un documento di 58 pagine nel quale si esaminano i fattori rilevanti che influenzano l'andamento del debito pubblico in Italia. La risposta e il documento sono appena stati resi noti dal ministero dell'Economia, e sono stati inviati rispettando i tempi imposti da Bruxelles: la lettera doveva essere compilata e mandata entro oggi.

Non ci sono il riferimento ai tagli al welfare e a reddito di cittadinanza e quota 100. Nella lettera non si parla più di questi capitoli, come nella bozza circolata nel pomeriggio che aveva scatenato l'ira di Luigi Di Maio. Resta, anche se più sfumato, il riferimento alla flat tax "nel rispetto degli obiettivi di riduzione del disavanzo". Inoltre viene specificato che "I dati in nostro possesso indicano che il disavanzo per l'anno in corso sarà minore di quanto prospettato nelle ultime previsioni" perché da un lato "l'andamento dell'economia e il gettito fiscale hanno finora superato le previsioni del Programma di stabilità". In più "le entrate non tributarie sembrano superare le previsioni e l'utilizzo delle nuove politiche di welfare è, finora, inferiori alle stime sottostanti alla legge di bilancio per il 2019. Di conseguenza il disavanzo dovrebbe attestarsi significativamente al di sotto delle previsioni della commissione e le variazioni del saldo strutturale dovrebbe essere conforme al Patto di stabilità e crescita anche sulla base della stima di output gap della Commissione".

"Il Parlamento ha invitato il governo a evitare gli aumenti delle imposte indirette per il 2020, individuando misure alternative idonee a garantire il miglioramento strutturale", si legge poi in merito all'aumento dell'Iva.

Nel pomeriggio erano circolate indiscrezioni di stampa nelle quali si parlava appunto di riduzioni di spesa per il welfare nel periodo 2020-2022, che avevano spinto Di Maio a chiedere un vertice di maggioranza, che poi non c'è stato. Al vertice però il ministro Salvini non avrebbe potuto partecipare, perché si trovava in Campania per dei comizi elettorali in vista dei ballottaggi. Il Mef e Palazzo Chigi avevano subito smentito categoricamente, e nella versione ufficiale del documento inviato a Moscovici e Dombrovskis i tagli sono scomparsi. "In vista dell'approvazione del Documento Programmatico di Bilancio per il 2020 e alla luce delle più aggiornate previsioni macroeconomiche, il Governo – si legge a pagina 4 – sta elaborando un programma complessivo di revisione della spesa corrente comprimibile e delle entrate, anche non tributarie".  Il Governo concorda con Bruxelles "circa la necessità di conseguire un avanzo primario di bilancio più elevato, per riportare il rapporto debito pil su un percorso chiaramente discendente", si legge in un altro passaggio.

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