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Trento, i risultati dell’autopsia: bimbi uccisi con 5 colpi di martello al capo

Del duplice omicidio è responsabile il padre dei bambini, Gabriele Sorrentino, che si è poi suicidato lanciandosi da un dirupo. Proseguono gli accertamenti degli inquirenti sulla situazione finanziaria dell’uomo, che pare fosse sul lastrico.
A cura di Susanna Picone
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I due bambini trovati morti ieri in un appartamento di via della Costituzione a Trento sono stati uccisi con violenti colpi di martello al capo. È quanto emerge dai risultati degli esami necroscopici eseguiti oggi su disposizione della Procura di Trento. In tutto sono stati cinque i colpi di martello che hanno ucciso i due bambini, che avevano due anni e mezzo e quattro. Dall'autopsia è in particolare emerso che uno dei bambini è stato raggiunto da un solo colpo di martello, l'altro bimbo con tre-quattro colpi. Nelle prossime ore dovrebbe essere rilasciato il nulla osta per la loro sepoltura.

Il padre si è suicidato dopo aver ucciso i figli

Il brutale delitto è stato compiuto dal padre dei piccoli, il quarantacinquenne Gabriele Sorrentino. Un uomo che, dopo aver ammazzato a martellate due dei suoi figli (la figlia maggiore era in gita scolastica al momento della tragedia), si è tolto la vita lanciandosi da un dirupo. È stata già recuperata l’arma del delitto, trovata nell’appartamento della famiglia Sorrentino e analizzata dalla polizia scientifica.

Aperta un’inchiesta per duplice omicidio aggravato

La Procura di Trento ha aperto un’inchiesta per duplice omicidio aggravato ma chiaramente il fascicolo dovrebbe essere chiuso in breve tempo per la morte del responsabile. Gli inquirenti sono intanto al lavoro per chiarire alcuni aspetti legati ai problemi finanziari dell'uomo, che pare fosse sul lastrico per una serie di operazioni finanziarie e immobiliari arrischiate, e valutare il quadro psicologico in cui è maturato il delitto. Ieri il sostituto procuratore di Trento Pasquale Profiti aveva subito ipotizzato che Sorrentino potesse avere difficoltà di carattere economico: “D'altra parte nessun biglietto o altra indicazione scritta è stata trovata sulle motivazioni del gesto”. Gli inquirenti hanno acquisito in particolare il pc di Sorrentino, che lavorava in casa da tre anni come operatore finanziario.

Il padre doveva comprare l'attico di lusso, ma non aveva i soldi

Di movente economico parlano nei dettagli i quotidiani locali, che descrivono Gabriele Sorrentino, operatore finanziario con un passato da carabiniere, prima nel Comando di Riva del Garda poi come aspirante elicotterista a Bolzano, come un uomo che avrebbe nascosto a tutti, compresa la moglie Sara, le sue difficoltà. Davanti al notaio, dove ieri era previsto il rogito per l’acquisto dell’attico nel quartiere vip delle Albere dove abitava con la sua famiglia da due anni, sarebbe stato smascherato. Come si legge sul quotidiano Alto Adige, quell’attico costava un milione e 200.000 euro e Gabriele Sorrentino quei soldi non li aveva. Ma per tutto questo tempo il quarantacinquenne avrebbe recitato la parte dell’uomo d’affari di successo mantenendo alto il tenore di vita della sua famiglia.

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