Tre persone smentiscono il M5s: “Firme false, non solo ricopiate”
Lo scandalo delle firme false presentate dal Movimento 5 Stelle alle scorse comunali palermitane del 2012 a sostegno della candidatura a sindaco di Riccardo Nuti non accenna a sgonfiarsi, ma anzi sta assumendo proporzioni sempre più vaste. Se dapprima, infatti, molti sostenitori, attivisti e parlamentari del Movimento 5 Stelle si difendevano spiegando che in realtà quelle firme non erano poi così false, perché realmente raccolte attraverso i metodi previsti dalla legge e solo successivamente ricopiate su un altro modulo per cercare di evitare il rigetto della lista a causa di una leggerezza, un errore formale nella compilazione dell'anagrafica di uno dei candidati, stando alle notizie che giungono in queste ore da Palermo la situazione sarebbe decisamente più complessa rispetto a quanto raccontato e dichiarato finora. Secondo Fabio Trizzino, marito di Lucia Borsellino, tra le firme risultate falsificate ci sarebbe anche la sua, che non solo è stata disconosciuta perché ricopiata malamente, ma soprattutto perché Trizzino sostiene di non aver mai firmato alcun sostegno alla candidatura di Nuti, ma solamente di aver sottoscritto più o meno nello stesso periodo una proposta di referendum abrogativo relativa alla cosiddetta "privatizzazione dell'acqua".
"Ricordo che mi fermò Nuti per chiedermi la firma. Escludo fosse per le elezioni, non l’avrei messa, ma si trattava di una causa in cui credevo, come quella dell’acqua. Se si arriverà a un processo mi costituirò parte civile perché l’usurpazione di una firma è una cosa gravissima", ha dichiarato Trizzino. Se la circostanza raccontata da Trizzino dovesse essere provata, il Movimento 5 Stelle non si troverebbe più di fronte a un errore commesso in buona fede – come da più attivisti dichiarato, tra cui anche lo stesso fondatore del M5S Beppe Grillo e il deputato Alessandro Di Battista, nel tentativo di spiegare per quale motivo quell'illecito non sarebbe stato poi così grave – ma il reato commesso assumerebbe ben più rilevanza. E non solo Trizzino ha disconosciuto firma e sottoscrizione alla lista comunale, ma anche un avvocato e un commercialista hanno affermato la stessa cosa, di fatto mettendo il Movimento palermitano e nazionale in una pessima posizione. Inizialmente gli inquirenti, stando alle testimonianze di alcuni ex attivisti e della deputata regionale Claudia La Rocca, avevano ipotizzato che per sanare un errore erano state ricopiate centinaia di firme realmente apposte a sostegno della lista comunale, ma a questo punto sembra invece esserci stato anche un uso fraudolento di sottoscrizioni rilasciate a sostegno di altre pratiche politiche che praticamente nulla avevano a che fare con le elezioni del 2012.