Tre detenuti morti in poche ore: carceri sovraffollate
E’ di nuovo allarme per le carceri italiane, in poche ore sono morti 3 detenuti. Un uomo di 39 anni è stato trovato senza vita nel carcere bolognese della Dozza, deceduto per un infarto. Un napoletano che scontava la sua pena nel carcere di Campobasso è spirato dopo un malore, e a Roma, nel carcere di Regina Coeli, un trentenne è la seconda vittima in meno di un mese. Il garante dei detenuti, Angiolo Marroni, ha chiesto aiuto alla magistratura, affinché si faccia luce sui decessi e sulle condizioni sempre più precarie del carcere di Regina Coeli. Anche il segretario generale del Sappe, la prima organizzazione di categoria, ha sottolineato la criticità della realtà carceraria di Campobasso. Aumenta vertiginosamente il sovraffollamento, i posti letto e le celle sono di gran lunga inferiori al numero dei detenuti.
Carceri italiane sovraffollate – Questa mattina, intorno alle 7, un uomo di 39 anni, D.R.M., è morto nel proprio letto nel carcere bolognese della Dozza. Il compagno di cella aveva avvertito le guardie, sembra che il detenuto sia morto per cause naturali. L’uomo scontava una pena per rapina, spaccio internazionale, sequestro di persona e altri reati: avrebbe terminato la detenzione tra 12 anni, nel 2024. Il trentenne deceduto nel carcere romano di Regina Coeli, invece, era rinchiuso dallo scorso novembre per reati connessi alla droga. Ieri pomeriggio aveva visto per l’ultima volta i suoi familiari. Il detenuto napoletano morto a Campobasso scontava una pena per associazione a delinquere rapina. Il segretario del Sappe, Donato Capece, rende nota la situazione nel carcere molisano: “Campobasso ha una disponibilità regolamentare per 112 posti letto ma i presenti al 31 gennaio scorso erano 136, Isernia ha 70 posti letto occupati da 81 persone e Larino conta 293 detenuti per 219 posti regolamentari. E' evidente che questo sovraffollamento contribuisce ad acuire lo stress e le già gravose condizioni di lavoro dei poliziotti penitenziari e condiziona inevitabilmente la serenità all'interno delle sezioni detentive”.