Trattativa Stato-Mafia, c’è la prima sentenza: Assolto ex ministro Mannino
Calogero Mannino è stato assolto dall’imputazione di minaccia a corpo politico dello Stato con la formula “per non aver commesso il fatto”. E’ stato il gup Marina Petruzzella a scagionare l’ex ministro dall’accusa di aver avviato all’inizio del 1992 la trattativa fra pezzi grossi dello Stato e i vertici mafiosi. Questa era la contestazione mossagli dalla procura di Palermo, che aveva chiesto per l’ex Dc una condanna a 9 anni. Non appena il giudice ha pronunciato la sentenza l’ex ministro ha subito ringraziato i suoi legali. Ed è proprio uno degli avvocati dell'ex ministro, Nino Caleca, a commentare il buon esito del processo: “Spero che sia per Mannino la fine di un incubo giudiziario. I processi penali” ha aggiunto, “non sono i luoghi più adatti a ricostruire la Storia. Si fanno con i fatti e per accertare precise condotte penali”. “Andremo avanti, ci opporremo alla sentenza di assoluzione”. Sono le uniche parole pronunciate dal pm Antonino Di Matteo.
Si tratta del primo verdetto nell’ambito del processo sulla cosiddetta ‘trattativa tra Stato e Mafia’. In corte di assise sono ancora imputati gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni, Giuseppe De Donno e Mauro Obinu, l’ex ministro dell’Interno Nicola Mancino (accusato di falsa testimonianza), l’ex parlamentare di Forza Italia Marcello Dell’Utri, ma anche i boss Salvatore Riina, Leoluca Bagarella e Antonino Cinà. Fra gli imputati pure il pentito Giovanni Brusca. Nel processo si erano costituiti parte civile il Comune di Palermo, il Comune di Firenze, la Presidenza della Regione siciliana, il Centro Pio La Torre, Agende Rosse, il sindacato Coisp, Cittadinanza per la Magistratura, Associazione vittime di mafia, Associazione via Georgofili, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Rifondazione comunista. L'assoluzione è stata decisa per "non avere commesso il fatto".