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Traffico organi esseri umani, sgominata rete: “Li vendevano per fame”. Medici in manette

Le autorità egiziane hanno smantellato un’organizzazione dedita al traffico internazionale di organi umani. Quarantacinque le persone arrestate. A finire in manette infermieri, dottori, professori universitari e broker in quella che è stata definita la più grande rete illegale di organi scoperta finora in Egitto.
A cura di Mirko Bellis
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All'alba di ieri mattina, la polizia egiziana ha fatto irruzione in dieci strutture sanitarie sospettate di svolgere espianti illegali di organi umani. Nell'operazione sono state arrestate quarantacinque persone tra medici, infermieri e broker incaricati di vendere gli organi nel mercato internazionale.  I medici coinvolti nell'espianto approfittavano della povertà dei donatori per realizzare enormi profitti. “Le persone arrestate sfruttavano la situazione economica di alcuni egiziani, ma anche la sofferenza dei pazienti e il loro bisogno di cure per sottrargli ingenti somme di denaro, violando la legge”, ha dichiarato in un nota il ministro della Sanità egiziano.

L’indagine, a cui ha preso parte anche l’autorità anti corruzione egiziana, si è concentrata su un gruppo di ospedali e cliniche private – alcune delle quali senza regolare licenza – dove avvenivano gli espianti e i trapianti. Le strutture mediche sono state chiuse e i dottori coinvolti sono stati sospesi. In una dichiarazione rilasciata dal ministero della Salute, è stato rivelato che tra gli arrestati ci sono anche alcuni professori delle facoltà di medicina dell’Università del Cairo e di Ain Shams, i due maggiori istituti accademici del Paese. Altri medici sospettati di far parte del traffico illegale lavoravano nell'ospedale universitario Ahmed Maher e in alcuni centri e laboratori medici privati della capitale. Una vasta rete che da mesi era sotto sorveglianza da parte degli inquirenti egiziani.

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Non è ancora chiaro quale sia la somma di denaro sequestrata e le dimensioni economiche del traffico ma l’autorità anti corruzione ha affermato di aver sequestrato milioni di dollari e ingenti quantitativi di lingotti d’oro. L’organizzazione criminale era composta anche da cittadini arabi ed è stata definita come la rete più grande di traffico internazionali di organi umani mai scoperta in Egitto. Gli accusati adesso rischiano una pena fino a sette anni di carcere.

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Nonostante sia severamente vietato dalla legge egiziana, il traffico di organi è una pratica diffusa. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'Egitto è stato tra i primi cinque paesi per il commercio illegale di reni nel 2010. Ogni anno sono centinaia gli egiziani poveri costretti a vendere il loro fegato o i reni per pagare i debiti o semplicemente per riuscire a mangiare. Nell'agosto scorso, era stata sgominata una banda di trafficanti di organi composta da sei persone scoperte a realizzare trapianti illegali in un appartamento a sud della capitale. Anche il quel caso, i criminali approfittavano delle disperate condizioni economiche dei donatori per costringerli a vendere i propri organi.

Un giro d’affari milionario che non risparmierebbe nemmeno i tantissimi migranti che scelgono la rotta del Sinai per cercare di raggiungere l’Europa. Nel 2012, l’allora capo dell’Agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, affermò che alcuni migranti nella penisola egiziana del Sinai venivano “uccisi per il traffico di organi”. La conferma di vere e proprie bande criminali con ramificazioni internazionali che si dedicano non solo al traffico di esseri umani, ma anche a quello dei loro organi è venuta alla luce grazie alla testimonianza del primo scafista pentito in Italia, Nuderdin Atta Wheabrebi. Nel 2015 ha iniziato a collaborare con la giustizia e ha rivelato agli inquirenti palermitani: “Talvolta i migranti non hanno i soldi per pagare il viaggio effettuato via terra né a chi rivolgersi per pagare il viaggio in mare, e allora queste persone vengono consegnate a degli egiziani che li uccidono per prelevarne gli organi e rivenderli in Egitto per una somma di circa 15.000 dollari. In particolare, questi egiziani vengono attrezzati per espiantare l’organo e trasportarlo in borse termiche”. E lo scorso aprile sulla spiaggia ad Alessandria d’Egitto sono stati scoperti i cadaveri straziati di nove cittadini somali, tra cui una giovane madre e i suoi tre bambini, a cui erano stati sottratti gli organi.

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