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Tra emendamenti e ostruzionismo approda in Senato la Manovra economica

Oltre 400 gli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione al decreto di conversione del provvedimento economico. Le Borse, dopo i moniti di Napolitano alle forze politiche, aspettano risposte adeguate dal Parlamento.
A cura di Antonio Palma
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La Manovra economica approda in Senato

Quella di oggi è giornata cruciale per il futuro dell’Italia, per la sua credibilità, per il suo peso sul piano internazionale, ma anche per la vita quotidiana dei cittadini. Oggi inizia l’iter parlamentare di una manovra economica quanto mai travagliata, ma anche mal gestita. Oggi, però, è anche il giorno in cui nei mercati si capirà se gli investitori avranno ancora la speranza che il nostro Paese non crolli sotto i suoi debiti.

Dopo un lunedì nerissimo per le Borse europee, anche oggi i mercati hanno iniziato con un andamento altalenante. A segnalare la bocciatura della Manovra da parte delle Borse ci ha pensato il Capo dello Stato, ieri, Napolitano ha lanciato un monito alle forze politiche affinché inseriscano misure più severe per ridare credibilità ed efficacia al provvedimento.

A preoccupare il capo dello Stato è il differenziale tra Btp italiani e Bund Tedeschi che anche oggi continua ad aumentare, segno evidente della diffidenza contro la manovra in discussione al Senato. Il decreto economico, dunque, dovrebbe essere l’ago della bilancia per far ripartire o affossare definitivamente le Borse e tutta l’economia del Bel Paese. Il Provvedimento, che alla vigilia sarebbe dovuto procedere spedito e senza troppi emendamenti di modifica, ora rischia di prolungare la sua permanenza in Aula.

Dopo l’appello di Napolitano ora c’è attesa per capire se vi siano modifiche dell’ultima ora, c’e chi parla di aumento dell’Iva o reintroduzione del contributo di solidarietà. Sembra che in ogni modo non verranno toccate le pensioni visto che ad opporsi fermamente è la Lega che vuole, invece, il contributo di solidarietà a carico dei calciatori. C’è chi si dice già possibilista sulle modifiche, come Giorgio Stracquadanio del Pdl, e chi, invece, assicura che nessun ritocco è previsto per il momento, come il Ministro dello sviluppo economico Paolo Romani.

Anche tra le fila delle opposizioni, dopo le prime rassicurazioni di collaborazione, arrivano i primi distinguo, il Pd ha chiesto la cancellazione della norma che modifica i contratti dei lavoratori e di quella che prevede la cancellazione dei comuni e delle province, mentre l’Idv ha manifestato la volontà di fare ostruzionismo in Aula. Gli emendamenti presentati sono oltre 400, di cui circa la metà dalle opposizioni. L’inizio della discussione è prevista oggi pomeriggio alle 16.30 e dovrebbe essere abbastanza veloce, anche se la conferenza dei capigruppo che dovrà discutere sui tempi è stata già posticipata dalle 12 alle 15.30. Chissà se dal cilindro non venga fuori qualche altra trovata per racimolare nuovi fondi.

FIDUCIA IN AULA E RIPROPOSTE IVA E CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA' – Come si prospettava, dopo il monito di Napolitano, immediato vi è stato questo pomeriggio un vertice di maggioranza durante il quale si è discusso delle ulteriori modifiche alla manovra per aggiungere quegli elementi di efficacia chiesti dal Presidente della Repubblica. In una nota di Palazzo Chigi si annuncia la convocazione del Consiglio dei Ministri per oggi alle 18 per autorizzare il voto di fiducia sulla manovra. Secondo le prime notizie, nella riunione si è deciso di reintrodurre l'aumento di un punto percentuale dell'Iva, di un contributo di solidarietà del 3% per i redditi sopra i 500mila euro e l'adeguamento delle pensioni delle donne nel settore privato a partire dal 2014. Decisa, inoltre, l'introduzione nella Costituzione della regola del pareggio di bilancio e la cancellazione delle Province.

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