Torna in classe la professoressa sospesa a Palermo, tra rose e applausi: “Sono felicissima”
Puntuale come sempre, Rosa Maria Dell'Aria è tornata a scuola questa mattina poco prima delle 8 dopo aver scontato per intero la sospensione di 15 giorni, con conseguente dimezzamento dello stipendio, inflitta per non aver controllato un lavoro realizzato dai suoi studenti in occasione della Giornata della Memoria in cui hanno accostato le leggi razziali del 1938 al decreto sicurezza firmato dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Oggi, lunedì 27 maggio, l'insegnante di lettere, 63 anni, si è presentata all'istituto tecnico Vittorio Emanuele III di Palermo, dove è stata accolta dai suoi studenti con applausi e 15 rose rosse, una per ogni giorno in cui è stata lontana, come racconta Il Giornale di Sicilia. "Sono felicissima di tornare a scuola dai miei ragazzi", è stato il commento della docente, accompagnata dal figlio.
Dell'Aria ai giornalisti presenti ha anche sottolineato di non avere "altre dichiarazioni se non quelle fatte nei giorni scorsi. Dico soltanto che ritorno per insegnare ai ragazzi a pensare, ad essere onesti, rispettosi delle istituzioni delle leggi. Ma anche a non essere indifferenti e a prendersi cura dell’altro. E dirò loro di continuare il nostro lavoro, e di riflettere ed essere consapevoli di ciò che accade attorno a noi". Alla domanda se ha intenzione di parlare di ciò che le è successo con i suoi alunni ha risposto che di "certo vorranno sapere qualcosa anche se oggi, in realtà, era prevista una lezione di storia. Ma penso che parleremo dell'Europa che per me è un valore".
L'insegnante, vicina alla pensione dopo 40 anni di servizio, ha così scontato tutta la sospensione, nonostante il ministro dell'Interno Matteo Salvini e quello del Miur Marco Bussetti avessero garantito la sospensione del provvedimento, durante un incontro avvenuto proprio con Rosa Maria Dell'Aria nei giorni scorsi a Palermo. E mentre i legali della donna, tra cui anche il figlio, annunciano che la vicenda potrebbe presto finire in tribunale, il sindacato Anief non ha nascosto la propria rabbia davanti a questa situazione, chiedendo che "entrambi i ministri riferiscano in Parlamento come sono andati i fatti. È incredibile che una docente venga sospesa per due settimane senza che a Roma nessuno ne sapesse nulla. E poi, sull’onda dell’indignazione della scuola e dell’opinione pubblica, caso strano a pochi giorni dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, si annunci l'intenzione di rimediare all’errore da chi sosteneva di non averne i poteri. Ma poi non si fa nulla per dare seguito a tale impegno".